ORVIETO - Il market della droga stavolta è stato aperto a Villalba di Allerona, nel parco protetto della Selva di Meana.
Frequentato da escursionisti e camminatori ma diventato meta dei viaggi illegali di chi sa che lì è possibile reperire cocaina e hascisc senza difficoltà.
Al lavoro nel bosco dell’orvietano ci sono sei marocchini tra i 30 e i 40 anni. Vivono accampati con le tende e contano sull’aiuto di alcuni clienti che, per accattivarsi la loro simpatia e avere uno sconto sulla dose, portano i viveri, l’acqua e le batterie per auto per garantire la ricarica dei telefonini e alimentare le lampade da campeggio.
Tra aprile e ottobre 2022 gli investigatori dell’arma immortalano ben 700 cessioni di cocaina e hascisc. Al termine delle indagini mettono nero su bianco, nella carte finite in procura, la vendita di un chilo di stupefacenti. “Lavoro” che ai sei marocchini frutta quasi 20mila euro.
I clienti, oltre che dall’orvietano, arrivano da Terni, Perugia e Siena.
Vengono eseguite le ordinanze cautelari chieste dalla procura ternana e firmate dal gip del tribunale.
Due marocchini vengono arrestati e portati in cella a Sabbione. Per gli altri quattro scattano i divieti di dimora nel Lazio, regione che confina col parco dello spaccio, e in Umbria. Irreperibile un solo indagato ma gli investigatori dell’arma sono impegnati nella caccia all’uomo. Per tutti l’ipotesi di reato di concorso nella detenzione e spaccio di cocaina e hashish.
«Con questa ennesima operazione abbiamo dimostrato che noi garantiamo la sicurezza delle città e che il nostro compito, con una frequenza di due ordinanze di custodia cautelare richieste ogni settimana, è assolto - dice il procuratore, Alberto Liguori. L’operazione è la conferma dell’elevata domanda di droga e della metamorfosi della criminalità organizzata che, avendo intercettato le tecniche di indagine affidate a sistemi di videosorveglianza e quant’altro, si delocalizza e, come accaduto Piediluco, si decentra in comuni di mille anime realizzando in aree boschive vere e propri supermercati della droga aperti h24 e con una clientela variegata. Confidando nell’assenza di controlli».
A illustrare i dettagli dell’operazione, accanto al procuratore, il pm, Giorgio Panucci, che ha coordinato le indagini, il comandante provinciale dei carabinieri, Davide Milano e il comandante della compagnia di Orvieto, Nicola Parente.
Il procuratore, Liguori sottolinea che «ancora una volta, solo grazie alle segnalazioni dei cittadini e con l’elevata professionalità dell’arma dei carabinieri, i pusher sono stati assicurati alla giustizia. L’autorità giudiziaria, come il chirurgo, estirpa i mali ma non li cura perché per legge non è deputata a fare prevenzione, essendo questo rimesso ad altre autorità. Un grazie da parte delle istituzioni nei confronti di chi assicura la sicurezza documentata e non riferita - conclude Liguori - non guasterebbe».
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