Aggressioni in ospedale in Umbria, il piano salva pronto soccorso: arriva il “filtro”

Il pronto soccorso dell'ospededale di Perugia
di Egle Priolo
3 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Gennaio 2024, 07:15

PERUGIA - Un filtro tra sanitari e utenza per disinnescare la violenza. È una delle ipotesi al vaglio della Regione per limitare le aggressioni al personale sanitario, che anche nel 2023 hanno raggiunto quota 150, quasi una ogni due giorni, e il dato non è nemmeno definitivo. Un dato in fase di elaborazione – e riferito a operatori che operano nelle aziende sanitarie pubbliche di tutta l'Umbria – che però è il punto di partenza del colloquio voluto dall'assessore alla Salute Luca Coletto con tutti i direttori dei pronto soccorso attivi sul territorio.

Come ricordato su queste colonne dal presidente dell'Ordine degli infermieri di Perugia Nicola Volpi, i sanitari più a rischio sono proprio quelli impegnati nei pronto soccorso, nel servizio 118 e nella fase del Triage. «I numeri – ha spiegato Volpi – tra l'altro sono solo relativi al dichiarato, manca tutto quel passivo che non viene denunciato. E che invece va reso noto, per stoppare un fenomeno intollerabile. Aggressioni a pubblici ufficiali che svolgono solo il loro lavoro, professionisti che hanno una funzione pubblica. E anche se per vari motivi l'esasperazione sociale ha raggiunto livelli altissimi, l'aggressione non è mai motivata. Per questo non possiamo incentivare questa situazione, dobbiamo denunciare e stoppare».
«Credo sia opportuno avviare un confronto che porti a promuovere azioni utili a frenare episodi che incominciano ad essere preoccupanti – ha infatti ribadito Coletto ieri - e rendono difficoltosa l’attività lavorativa dei medici e dei professionisti e operatori che, a vario titolo, operano nei pronto soccorso della regione. Gli ultimi episodi di violenza a danno di un operatore sanitario – ha aggiunto - ci devono ancor di più far riflettere su quanto queste figure professionali vadano tutelate e, per certi versi, incoraggiate. A tal fine è necessario che il lavoro si svolga in un contesto che non genera ulteriori tensioni».
La Regione Umbria ha già redatto delle Linee di indirizzo per la prevenzione, la segnalazione e gestione degli episodi di violenza a danno dell'operatore sanitario ed è stata organizzata, in collaborazione con la Scuola di amministrazione pubblica di Villa Umbra, una giornata di sensibilizzazione e anche di ascolto degli operatori che hanno vissuto momenti di violenza durante l'attività lavorativa. Ma adesso «valuteremo – ha insistito l'assessore con i direttori - varie soluzioni per far sì che possiate lavorare con più serenità, soprattutto in quelle fasce orarie e giornate, in particolare festivi, in cui si registra maggiore affluenza di pazienti».
IL PIANO
Dall’incontro è emerso come in ambito sanitario le aggressioni durante l’attività lavorativa, in particolare verbali, rappresentino una problematica «in incremento e che, spesso, i pazienti arrivano già esasperati al Pronto Soccorso, mentre il personale più esposto risulterebbe quello che opera al Triage». E anche se il fenomeno è spesso sottostimato, come sostiene Volpi, ormai è stata raggiunta la consapevolezza «che gli episodi per essere arginati, debbano essere denunciati».
Circa le soluzioni, come spiega una nota della Regione, è stato detto che «il problema, essendo complesso, deve trovare una soluzione che coinvolga più soggetti». E appunto, come anticipato, tra le misure organizzative valutate per migliorare la situazione, «è stata presa in esame la possibilità di prevedere delle figure che possano fare da filtro tra il paziente preso in carico e i familiari, in modo da dare informazioni in tempi rapidi sulla presa in carico del malato, ma anche facilitare il coordinamento con la sicurezza interna».
«Si è trattato di un primo incontro con al centro specificamente questo tema – ha concluso l’assessore Coletto –.

Di certo l’interlocuzione sarà portata avanti, così come il monitoraggio della situazione, con l’auspicio di dare presto risposte a un problema che coinvolge figure professionali che svolgono un’attività essenziale per la comunità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA