A fuoco auto della vigilessa a Perugia, il giallo davanti al giudice. Lei: «Terrorizzata dal mio ex». Lui: «Non sono stato io»

La procura di Perugia
di Egle Priolo
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Martedì 3 Ottobre 2023, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 09:01

PERUGIA - L'amore, si sa, può finire. Può restare un bel ricordo o un pessimo retrogusto. Ma quando da una foto in cornice si passa a carte sulla scrivania di una procura, quando dal fremito per l'attesa di un messaggio si passa all'ansia di un'improvvisata sotto casa, allora quel sentimento non solo è finito male ma si deve fare di tutto perché non finisca peggio. Ma come si fa se di quella storia ci sono due versioni talmente contrastanti da sembrare due film diversi? Come si fa se quell'amore osservato in filigrana è stalking o calunnia in base alla direzione in cui si guarda?
È il dubbio che dovrà sciogliere domani il giudice Elena Mastrangeli nel processo con rito immediato che vede sul banco degli imputati Pier Luigi Casale, comandante della polizia locale di Cellole (in provincia di Caserta), accusato dalla sua ex, una vigilessa perugina, di atti persecutori, danneggiamento seguito da incendio e accesso abusivo a sistemi informatici. Il caso esplode, in tutti i sensi, nella notte dello scorso 12 marzo quando tre auto vanno a fuoco in un parcheggio a Ripa. È chiaro sia un incendio doloso e le indagini dei carabinieri portano al 46enne, attualmente ancora a capo della polizia locale di Cellole. È lui, secondo investigatori e inquirenti, ad aver incendiato le tre auto: l'obiettivo era solo quella della ex, ma poi le fiamme hanno raggiunto le due parcheggiate a fianco. Da qui, emerge una storia che racconta di continui tentativi di avvicinamento, di messaggi e di dispetti che per il pm Gianpaolo Mocetti significano stalking.
Lo ha raccontato la donna nella sua denuncia, parlando di un rapporto iniziato a Foligno e proseguito a Cellole e interrotto a Perugia quando la vigilessa ha «iniziato a riscontrare una serie di atteggiamenti iracondi e una gelosia eccessiva», atteggiamenti «diventati sempre più indagatori tanto da farmi sentire controllata». Un comportamento tale da convincerla «a non lasciarlo, sia per compagnia sia per un misto tra timore e mancanza di chiarezza per tenere la situazione tranquilla onde evitare possibili ripercussioni». La donna, assistita dall'avvocato Marco Brusco, spiega ai carabinieri come il suo ex sia anche entrato in casa quando lei era assente per impossessarsi di numeri e password dei social network, per poterla controllare anche online.
Eventi che il 46enne, difeso dagli avvocati Fiorentina Orefice e Giuseppe Stellato, non smentisce, ma spiega proprio diversamente. Racconta di viaggi pagati da lui, di lavori nella casa della donna che lui ha finanziato, di prestiti e di regali, per un totale di 20mila euro che alla fine del rapporto lui avrebbe voluto riottenere. Ma quando, entrato in casa da solo, ha visto sul computer della donna chat con altri uomini i due hanno litigato. «Io ho voluto interrompere il rapporto con lei – ha spiegato l'uomo al gip Angela Avila – e le ho chiesto indietro i soldi che le avevo prestato. Lei mi ha minacciato di denunciarmi per atti persecutori se le avessi chiesto i soldi».
Sulla notte dell'incendio, poi l'uomo - che ha accennato a dissapori tra vicini, con tanto di danni precedenti all'auto della ex - racconta di essere stato in casa fino all'una di notte e di aver deciso a quell'ora di raggiungere la donna in Umbria. Ma «dopo essere stato fermato dai poliziotti a Collevalenza però ho cambiato idea», ha raccontato, spiegando di aver raggiunto un'amica a Terni prima dell'alba. Questo in risposta ai risultati delle indagini dei carabinieri che invece tra le immagini di una telecamera di sorveglianza hanno trovato lui nella zona di casa della donna, con le celle telefoniche che localizzano il suo cellulare proprio a Ripa.
Due versioni quindi quanto mai contrastanti, con un uomo che ha paura di perdere tutto e una donna che ha paura per l'incolumità sua e di chi le sta vicino.

Entrambi vogliono solo difendersi. Al giudice il compito di capire chi sia in pericolo.

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