Un posto al sole, cambio di orario per la storica soap. Cast in rivolta: «Una scelta suicida»

Un posto al sole, cambio di orario per la storica soap. Cast in rivolta: «Una scelta suicida»
di Giovanni Chianelli
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 13:01

Un compleanno amaro. Oggi «Un posto al sole», la soap opera targata Napoli, festeggia i suoi primi 25 anni di vita, scoprendo che la dirigenza di Viale Mazzini attenta al suo futuro. Il «day-drama» di Raitre prodotto da Rai Fiction, Fremantle e il centro di produzione Rai di Napoli, ha collezionato ogni tipo di record: è stato il primo, nel suo genere, ad essere completamente realizzato in Italia ed è il più longevo, con uno share medio che sfiora il 7% con oltre un milione e mezzo di spettatori di media. Eppure si parla, sempre più apertamente, di cambiare l’orario della messa in onda quotidiana, assestata da 23 anni alle 20.45 attuali. Si era parlato di spostarlo alle 18.30, al posto di «Geo». Ora, vista la polemica esplosa in rete, si pensa alle 20, al posto di «Blob», altra storia trasmissione e bandiera della terza rete. In ogni caso un harakiri clamoroso.

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Il direttore di Raitre, il napoletano Franco Di Mare, avrebbe dovuto accettare la decisione del nuovo amministratore delegato Fuortes di trasmettere all’orario di «Upas» una nuova striscia di informazione condotta da Lucia Annunziata (forse una versione quotidiana di «Mezz’ora»), in una fascia presa d’assalto dalle altre reti, soprattutto Retequattro con «Stasera Italia» di Barbara Palombelli, e La7: proprio «Otto e mezzo», condotto da Lilly Gruber, sarebbe il motivo che avrebbe spinto la dirigenza della tv di stato a una decisione sadomaso e a un derby dell’informazione progressista.

La nuova collocazione, anche se anticipata solo di 45 minuti e non più di due ore, potrebbe avere pesanti ripercussioni dal punto di vista dell’auditel e minacciare la stessa continuità della soap, che attualmente vale, nel suo slot di messa in onda, dieci milioni di euro. Ma, una volta ridimensionata, potrebbe essere addirittura a rischio.

«È un’ingiustizia», tuona Patrizio Rispo, l’attore partenopeo che interpreta il celebre portiere di palazzo Palladini, Raffaele Giordano, dalla prima puntata, il 21 ottobre 1996. Da allora sono state trasmesse 5.799 puntate per un totale di 104.382 scene girate; 17.000 attori provinati e oltre 100.000 comparse impiegate; 125 registi si sono avvicendati in 24 anni e 8 sono quelli attualmente in carica con una squadra di 35 sceneggiatori e addetti al reparto scrittura, affiancati quotidianamente da oltre 200 persone di produzione: 80 lavoratori continuativi per Fremantle e 120 per Rai. «Invece di premiarci ci piazzano in un orario dalle tante incognite, a cui manca l’abituale zoccolo duro di persone che tornano dal lavoro. Sicuramente gli ascolti caleranno», si accalora: «Spostarci è da kamikaze, così come lo è minare la fidelizzazione faticosamente conquistata in 25 anni».

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Imma Pirone è arrivata da poco, nel cast. Biondissima, affascinante e con un ruolo di grande presa, è diventata uno dei volti più noti della serie, nei panni della fidanzata di Maurizio Aiello/Alberto Palladini, uno dei personaggi storici: «Ho letto in rete e sui social network la notizia, ci ha un po’ distratti dall’anniversario». L’attrice, nata a Torre Del Greco nel 1987, ragiona sulle abitudini del pubblico: «Sarebbe un suicidio per la rete, gli italiani sono abituati a sedersi a tavola e a vederci, difficile cambiare. Modificare certe abitudini non è semplice, lo dico da spettatrice. Prima di esserci dentro lo seguivo da appassionata, ho aspettato oltre 20 anni per entrarci; e così ho il doppio punto di vista, sia della fan che di chi ci lavora dentro, e posso assicurare che è un errore il trasloco di orario». Potrebbe essere, questo, anche un segnale di ridimensionamento della stessa produzione: «Sarebbe un guaio. “Un posto al sole” crea lavoro per molte persone ed è considerato un prodotto di punta per la città».

Intanto Rispo, insieme a Lorenzo Sarcinelli che recita nel ruolo del figlio Patrizio, ieri è stato in Regione dove Vincenzo De Luca ha voluto fare un pubblico ringraziamento alla trasmissione per il quarto di secolo trasformatosi in promessa di «difesa di un prodotto di punta della nostra terra. Da tempo si sente parlare di ridimensionamento del centro di produzione Rai di Napoli, la Regione è al suo fianco. Programmi come “Un posto al sole” ci aiutano nel risollevare l’immagine del nostro territorio».

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