E' morto a Firenze Franco Pacini, l'astrofisico padre delle pulsar

Franco Pacini aveva 72 anni
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Giovedì 26 Gennaio 2012, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 14:08
ROMA - morto questa mattina a Firenze, a Franco Pacini, uno dei maggiori astrofisici italiani e il pioniere delle ricerche sulle stelle di neutroni, le pulsar.



Pacini, 72 anni, era nato a Firenze il 10 maggio 1939 e nella sua città è stato a lungo direttore dell'osservatorio di Arcetri. È stato presidente dell'Unione Astronomica Internazionale ed ha dato un contributo fondamentale alla realizzazione del 'cacciatorè di pianeti esterni al Sistema Solare, il Large Binocular Telescope (Lbt), in Arizona. Pacini ha diretto l'Osservatorio di Arcetri dal 1968 al 2001. Autore di numerose pubblicazioni e studi si è occupato, tra l'altro, di astrofisica teorica, di astrofisica ad alta energia. Oltre ad aver contribuito alla costruzione del più grande telescopio ottico su singola montatura mai realizzato, inaugurato in Arizona all'Osservatorio di Monte Graham, è stato inoltre presidente dell'Unione Astronomica Internazionale e nel 1997 ha ricevuto il premio della Presidenza del Consiglio per la Scienza. Nel 2001 è stato invece nominato Commendatore della Repubblica. A lui è anche dedicato un asteroide, il numero 25601, che porta il suo nome. Negli ultimi anni Franco Pacini aveva sviluppato un'intensa attività di diffusione della cultura scientifica rivolta al grande pubblico, con particolare attenzione ai giovani e giovanissimi.



Il ricordo della Hack. «Pacini era un caro amico e un bravissimo collega, che ho conosciuto giovanissimo e con cui ho tante volte avuto modo di lavorare nel corso degli anni: provo grande dolore per la sua scomparsa, ed è sempre drammatico quando ad andarsene sono amici e colleghi tanto più giovani di te». A parlare è l'astrfisica Margherita Hack, informata stamani per telefono, come lei stessa ha spiegato, della morte del collega fiorentino. «Fin dai suoi primi anni all'università Pacini si è sempre occupato di temi molto importanti - ha ricordato la Hack - e il suo contributo scientifico nel campo delle pulsar è stato assolutamente determinante».
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