L'Italia lotta per 80 minuti ma l'Australia passa a Padova 7-26, l'ira di O'Shea per l'arbitraggio

Sebastian Negri
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 17 Novembre 2018, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 19:27
Niente da fare, anche se spesso disorientati e dai balzi rasoterra, i canguri restano più forti degli azzurri che sotto il sole dell'Euganeo di Padova lottano come ossessi per tutto il match ma vengono castigati 7-26, ovvero una meta italiana contro le 4 degli australiani comunque mai nel ruolo di padroni assoluti della partita, loro che sono settimi al mondo e opposti a chi è appena salito al 13° posto del ranking. E che hanno potuto contato anche su un arbitraggio che ha scatenato l'ira del solitamente impassibile ct dell'Italia, l'irlandese Conor O'Shea.

Che poi ciò sia di consolazione per l'Italia non è per nulla vero: il pronostico era impietoso e il risultato, nella sua entità, ne attesta le fondate motivazioni, epperò dopo questo terzo Cattolica Assicurazioni test match di novembre il rammarico dell'Italia si divide in due corposi capitoli.

Gli azzurri guidati da Ghiraldini, sempre tra i migliori, hanno avuto almeno cinque occasioni per marcare, ma ne hanno raccolta una. Le stesse degli australiani che ne hanno tuttavia fallita a malapena una, per non togliere merito a una favolosa copertura di Bellini capace di rincorrere per 50 metri e poi abbattere Folau, un rinoceronte agile come una gazzella  travestito appunto da canguro. Gli è costata una spalla, quella rincorsa, ma non ci dimenticheremo mai la sua galoppata.

Il secondo argomentatissimo motivo avviene al al 13' quando Tebaldi intercetta sui 40 metri avversari la palla trasmessa da touche dal collega Gordon galoppando poi fino in meta.  Bellissima marcatura, cristallina, persino elegante. Era la meta del 7-0. Sarebbe stata la meta del 7-0, invece: allibendo gli stessi australiani, l'arbitro francese Gauzere ha annullato per fuorigioco del mediano azzurro partito invece da posizione regolare. Chissà se arriveranno mai giustificazioni e, magari, scuse.

Ghiraldini, nel dopopartita: «Certo che ho chiesto all'arbitro di rivolgersi al Tmo (la moviola) ma lui ha detto che non ce n'era bisogno, che era certo della sua scelta. E l'ha detto mentre sullo schermo veniva riproposta la meta di Tito... Beh, come dice Conor, pensiamo a fare meglio già contro gli All Blacks sabato prossimo a Roma ciò che possiamo controllare, ciò che dipende da noi. Per il resto...». Impossibile che i due non si siano capiti: Gauziere è francese e Leo "Ghira", padovano doc, è una stella del Top 14 in Francia con la maglia del Tolosa.

E il ct dell'Italia, O'Shea: «Poteva quella meta cambiare il corso della partita? E chi lo sa? (sorriso oltremodo beffardo) Quello che è certo che sembrava proprio una meta regolare che avrebbe peraltro premiato un nostro ottimo periodo di buon gioco contro un'Australia finita spesso in affanno nella prima parte del match. Passare in vantaggio ci avrebbe garantito morale e sicurezza e la possibilità di colpire in altre occasioni. Mi viene da dare ragione al ct dell'Inghilterra, Eddie Jones, che ha detto che non andrà più alle riunioni con gli arbitri perché si perde solo tempo. Ma perché non consultare il Tmo in questo caso? (e questa voltao l'espressione era proprio spazientita) Potrei anche scrivere ai vertici di World Rugby ma credo non servirebbe a nulla. Però resto orgoglioso dell'impegno e della qualità del gioco dei ragazzi che sono restati in partita fino alla fine contro una delle nazionali più forti del mondo. Lo considero un passo in avanti nella nostra lunga strada fino al rugby di alto livello».

E poi un'altra cosa su Gauzere: specie nella ripresa, con la mischia azzurra che dominava avanzando a pochi passa dalla meta australiana, ha più volte incitato il nostro n.8 a usare il pallone, invito del tutto fuoriluogo in questa occasione. Steyn l'ha fissato con sguardo interrogativo, ma poi che poteva fare di fronte a quegli ordini?

Che disdetta però questa svista dell'arbitro al 13', ricordato anche che già al 5' Steyn era uscito di un millimetro con un piede un attimo prima di schiacciare l'ovale sull'out a destra, merito di un bel contrattacco di Hayward.

Proprio i pericoli corsi dai wallabies ne hanno causato una prima redenzione: tornando ai fondamentali e tracciando più pratiche ed efficaci linea verticali, al 30' l'Australia ha spedito in meta l'ala Koroibete che ha fato il bis quattro minuti dopo.  Che punizione per gli azzurri dominanti in mischia chiusa, bravi sin lì in touche, arcigni nelle chiusure su trequarti di caratura sopraffina. Trovarsi sotto 0-14 dopo aver costruito tanto, difendendo con durezza tale da costringere gli australiani a perdere 5 palloni in attacco in 40 minuti, un'enormità per loro.

Nella ripresa al 43' il pilone ballerino australiano Tupua ha segnato (qui invece lunga consultazione del Tmo con decisione finale accettabile pur fra qualche dubbio). Sotto di tre mete - a zero - gli azzurri hanno continuato a difendere con determinazione recuperando con Bellini il pallone che già due minuti dopo ha permesso all'ala azzurra di spintare in meta: 7-21, match ancora aperto. Di lì l'Italia ha attaccato in pratica fino alla fine, quando però è arrivata la quarta meta degli ospiti (Genia). In mezzo, e si parla di 30 minuti abbondanti, le ondate azzurre hanno spazzato la difesa australiana, ma sempre mancando l'ultimo passando o non valicando l'ultimo centimetri, per di più senza le munizioni della touche che l'Australia delle torri di oltre due metri Rodda e Coleman ha stradominato (4 "rubate" consecutive. E anche privi di una regia lucida ché Allan ha ciccato calci di ripresa del gioco e penaltouche da mordersi le dita dei piedi. 

In prima linea, però, gli azzurri hanno dettato legge sia con la prima linea sia con i piloni Lovotti e Ferrari, sia  con i cambi Traoré e Pasquali. Brava, come previsto la terza con Steyn, Polledri e Negri, ottimo in seconda il veterano Zanni. Una sbavatura qua e un passaggio corto là, tuttavia, e per l'Italia la linea di meta australiana è diventata stregata: magari invece di insistere con le penaltouche si poteva optare per qualche mischia in più, visto l'abbrivio.
Peccato, contro quest'Australia (mai battuta in 18 partite) c'era davvero la possibilità di arrivare molto più vicini al sogno.  


Stadio Euganeo, Padova 
Cattolica Assicurazioni Test match 

Italia vs Australia 7-26 (pt 0-14)

Marcatori: PT 29’ m. Kerevi, tr. To’omua (0-7); 35’ m. Kerevi, tr. To’omua (0-14). ST 43’ m. Tupou, tr. To’omua (0-21); 45’ m. Bellini, tr. Allan (7-21); 78’ m. Genia, nt (7-26).

Italia:Jayden Hayward; Tommaso Benvenuti, Michele Campagnaro,Tommaso Castello, Mattia Bellini (71’ Morisi); Tommaso Allan (64’ Canna), Tito Tebaldi (58’ Palazzani); Abraham Jurgens Steyn, Jake Polledri, Sebastian Negri (50’ Fuser); Dean Budd, Alessandro Zanni (59’ Meyer); Simone Ferrari (50’ Pasquali), Leonardo Ghiraldini (C – 61’ Bigi), Andrea Lovotti (61’ Traoré). All. Conor O’Shea 

Australia: Israel Folau; Adam Ashley-Cooper, Samu Kerevi, Bernard Foley (52’ Beale), Marika Koroibete (64’ Ainsley – 69’ Haylett-Petty));Matt To'omua, Jake Gordon (64’ Genia); David Pocock (50’ Dempsey), Michael Hooper (c), Jack Dempsey (6’ – 16’ pt. Samu); Adam Coleman (50’ Simmons), Izack Rodda; Taniela Tupou (46’ Kepu), Folau Fainga’a (46’ Polota-Nau), Scott Sio (77’ Ainsley). All. Michael Cheika

Arbitro: Pascal Gauzere (FFR)
Assistenti: Andrew Brace (IRFU) e Mike Adamson (SRU)
Calciatori: Allan 1/1; To’omua 3/5.
Cartellini: 59’ giallo a Sio (AUS).
Man of the Match: Samu Kerevi (AUS)
Note: Cielo sereno. Temperatura 12°. Terreno in buone condizioni. Spettatori: 18621.


LA PRESENTAZIONE
​Una nuova, bella, affascinante, spettacolare partita impossibile per gli azzurri del rugby del ct O'Shea: oggi all'Euganeo di Padova, dalle 15, davanti ad almeno 25mila fedeli, arriva l'Australia, una delle tre squadre che l'Italia non ha mai battuto (Inghilterra e Nuova Zelanda le altre) e che anche questa volta - dicono compatti gli allibratori - vincerà di almeno 14 punti.

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Ecco, archiviato felicemente a Firenze lo psicodramma della Georgia con categorica vittoria salva-posto nel Sei Nazioni, torniamo nel nostro abituale mondo, quello in cui gli italiani giocano sempre contro il pronostico, quello in cui non sono obbligati a vincere, ma devono provarci perché vuoi mai che gli australiani balbettino, intristiti da un periodo non certo brillante che li ha visti scivolare all'ignominioso 7° posto nel ranking: sabato scorso a Cardiff hanno perso 9-6 contro un Galles non fenomenale mettendo persino a rischio, a un anno dalla coppa del mondo in Giappone, la panchina di Michael Cheika, il milionario imprenditore aussie-libanese che ha vinto solo 3 degli ultimi 11 test match e che conosce Padova come le sue tasche per aver allenato il glorioso Petrarca alla fine dello scorso millennio.

SENZA PRESSIONE
Liberati dalla pressione, in effetti, gli azzurri, saliti al 13° posto nella graduatoria mondiale, possono intanto contrastare i canguri in terza linea, proverbiale punto di forza di un XV che ama movimentare la palla grazie a una feroce conquista. Da una parte allora i fenomenali Pocock, Hooper (il capitano) e Dempsey, dall'altra Steyn, Polledri e Negri, in magnifica forma, e pazienza se nessuno di loro è di scuola italiana: lottano come gladiatori e garantiscono continuità alla manovra azzurra anche in assenza di un playmaker come Parisse, ko per tutto il mese e quindi fuori anche dal prossimo Cattolica Assicurazioni Test Match il 24 novembre a Roma contro gli All Blacks.


Poi mettiamoci anche il buon rendimento della prima linea con il capitano Ghiraldini, padovano doc («Dovremo essere cinici e sfruttare tutte le occasioni che ci capiteranno e cercare di tenere alta la pressione su di loro», ha detto ieri): così, dietro a un pack avanzante, le mediana Tebaldi-Allan potrà innescare Campagnaro e il rientrante estremo Hayward, unica novità rispetto a Firenze. Giammai cambiare squadra che vince.


Cattolica Assicurazioni Test Match
Padova, stadio Euganeo, ore 15 (Diretta DMax, collegamento dalle 14.20)
ITALIA: 15 Hayward, 14 Benvenuti, 13 Campagnaro, 12 Castello, 11 Bellini, 10 Allan, 9 Tebaldi, 8 Steyn, 7 Polledri, 6 Negri, 5 Budd, 4 Zanni, 3 Ferrari, 2 Ghiraldini (capitano), 1 Lovotti. A disp.: 16 Bigi, 17 Traorè, 18 Pasquali, 19 Fuser, 20 Meyer, 21 Palazzani, 22 Canna, 23 Morisi. All. O'Shea
AUSTRALIA: 15 Folau, 14 Ashley-Cooper, 13 Kerevi, 12 Foley, 11 Petaia, 10 To'omua, 9 Gordon, 8 Pocock, 7 Hooper (capitano), 6 Dempsey, 5 Coleman, 4 Rodda, 3 Tupou, 2 Fainga'a, 1 Sio. A disp.: 16 Polota-Nau, 17 Ainsley, 18 Kepu, 19 Arnold, 20 Samu, 21 Genia, 22 Beale, 23 Haylett-Petty. All. Cheika
Arbitro: Pascal Gaüzère (Francia)
Tmo: Simon McDowell (Irlanda)
 
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