Di colpo, senza giocare, la Roma si ritrova nuovamente fuori dalla Champions. Per carità, si tratta di una questione legata perlopiù allo scontro diretto perso al San Paolo, ma la decisione del Collegio di Garanzia del Coni - che ha tolto il -1 ai partenopei - è la spia di quanto potrebbe accadere a fine anno, dove anche un singolo punto peserà come un macigno in ottica Champions. Questa sera Fonseca scende in campo con la Roma virtualmente quinta. L’avverbio non è casuale perché se l’Atalanta dovesse vincere il recupero con l’Udinese, appaierebbe i giallorossi in classifica a livello numerico, sopravanzandola in virtù del 4-1 di Bergamo. Per questo motivo contro l’ex Di Francesco non c’è risultato diverso dalla vittoria. Singolare il destino dei due tecnici: l’abruzzese dopo un terzo posto e una semifinale di Champions conseguita il primo anno, nel secondo venne esonerato dopo l’eliminazione con il Porto - avvenuta per un clamoroso calcio di rigore non sanzionato a Schick al 120’ che avrebbe aperto nuovamente le porte ai quarti di finale della competizione - quando era comunque quinto in classifica. Posizione nella quale Paulo oscilla da un anno e mezzo, avendo però ancora la possibilità di regalarsi la conferma se si qualificherà tra le prime quattro, al netto del cammino nell’Europa di scorta.
IN DRIBBLING
Di domenica scorsa, oltre al tracollo, ha sorpreso quell’espressione legata alla ripresa, definita dal portoghese ‘giocata da ragazzini’. Ieri - nella conferenza sprint (poco meno di 8 minuti) - c’è tornato, precisando: «La squadra ha capito quello che volevo dire, abbiamo analizzato tutto. Quando sbagliamo, sbagliamo tutti, principalmente io. Quando non vinciamo c’è malumore, ma stiamo lavorando insieme per vincere.