Milan, analisi di un declino annunciato. Giampaolo a tempo

Milan, analisi di un declino annunciato. Giampaolo a tempo
di Salvatore Riggio
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Martedì 1 Ottobre 2019, 09:30
C’è chi fa risalire l’inizio della fine al gennaio 2012. Quando il mancato arrivo di Tevez per tenere Pato aveva spalancato le porte al primo degli otto scudetti di fila della Juventus. Al di là del gol non dato a Muntari (25 febbraio 2012), che resta sì un episodio grave ma come tante altre sviste arbitrali nella storia del nostro calcio. Nell’estate 2012 c’erano stati gli addii di Thiago Silva e Ibrahimovic, ceduti entrambi al Psg, e da quel momento il Milan non è mai più stato lo stesso. Un mercato sempre meno faraonico, i conti sempre più in rosso e l’Uefa sempre più agguerrita nel nome del fairplay finanziario.

I GIOVANI
Il primo a pagare il dazio era stato Massimiliano Allegri nel gennaio 2014 e dopo di lui non è andata bene a Clarence Seedorf, Pippo Inzaghi, Sinisa Mihajlovic, Cristian Brocchi, Vincenzo Montella e Rino Gattuso. L’ex centrocampista, tra l’altro, è stato l’unico a lasciare di sua iniziativa, quando ha capito che il suo modo di pensare il calcio non andava a braccetto con le nuove strategie del club di scovare giovani talenti e valorizzarli in casa senza acquistare calciatori di esperienza (over 30). Per questo è stato chiamato Marco Giampaolo sulla panchina del Milan.

TAPIRO D’ORO
È considerato un tecnico in grado di insegnare calcio, ma per farlo ci vuole tempo e il club di via Aldo Rossi da qualche anno non ha mai dimostrato di averlo. Così per Giampaolo questi sono giorni difficili. Paolo Maldini, che nel frattempo ieri ha ricevuto il Tapiro d’Oro di “Striscia La Notizia”, lo ha confermato subito dopo la brutta sconfitta con la Fiorentina, ma a Casa Milan non hanno smesso di pensare a un cambio in panchina. Intanto, per evitare ogni esposizione, ieri è stata annullata la presenza di Giampaolo a un evento previsto nel pomeriggio nell’ambito della kermesse “Milano Calcio City”. Così sullo sfondo resta forte il nome di Rudi Garcia. Piacciono anche Claudio Ranieri e Luciano Spalletti. Solo suggestioni i nomi di Massimiliano Allegri e della coppia Shevchenko-Tassotti, impegnati con l’Ucraina nella corsa a Euro2020. Oggi alla ripresa degli allenamenti la dirigenza sarà a Milanello con l’obiettivo di mettere alle spalle questo periodo difficile. Anche perché la sfida col Genoa rappresenta l’ultima spiaggia.

GLI ERRORI
Inoltre, in questi ultimi anni non hanno aiutato le vicende societarie. Dalla fine dell’epopea di Silvio Berlusconi all’arrivo di Yonghong Li. Era il 13 aprile 2017 e sembrava l’inizio della rinascita, ma l’illusione era durata poco perché per rilevare la società dalla Fininvest il misterioso cinese aveva chiesto aiuto al fondo Elliott. Così l’hedge fund di Paul Singer era intervenuto nel Milan con un prestito last minute di 303 milioni di dollari: 180 a Yonghong Li (con un tasso dell’11,5%) e 123 milioni di dollari al club (con un tasso del 7,7%). Avendo avuto in garanzia del debito tutte le azioni dei rossoneri, Elliott nel luglio 2018 era diventato il nuovo proprietario del Milan avendo proceduto all’escussione del pegno detenuto per l’inadempimento da parte della proprietà cinese. Gli ultimi capitoli sono l’esclusione dall’Europa League e i tanti errori nel mercato di questa estate. A dimostrazione che le responsabilità non possono essere soltanto di Giampaolo.
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