Lazio, il mago e il diavolo in corpo

Lazio, il mago e il diavolo in corpo
di Valerio Cassetta e Daniele Magliocchetti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 21 Novembre 2018, 07:30
C’è il Milan, Luis Alberto scalpita. Crede molto nei segni, lo spagnolo e l’arrivo dei rossoneri potrebbe essere l’occasione giusta. Per se stesso e per la Lazio. Tornare Re e aiutare la sua squadra a vincere finalmente uno scontro diretto. Sogna la partita perfetta. La gara dove tornare a fare magie, ritrovare il sorriso e rinascere una volta per tutte. E mettersi così dietro le spalle un periodo negativo, fatto di picchi verso il basso e poche soddisfazioni. Due gol, qualche assist, ma niente di più. Fino adesso ha tentato in tutte le maniere di trovare la serata giusta, ma non c’è stato niente da fare. Tanti errori, spesso dando la sensazione di girovagare per il campo senza avere la minima idea di quello che stava facendo. Un po’ come è accaduto nel derby, forse la prestazione più deludente fino ad ora. Ma il Milan gli evoca bei ricordi. L’anno scorso, quando ci fu la sfida con i rossoneri all’Olimpico, lo spagnolo si esaltò a tal punto da venir incoronato tra i migliori della serata e di tutta la giornata, nonostante la tripletta di Immobile. Da lì fu un crescendo. Fu quella col Milan in casa, vinta dalla Lazio per 4-1, che consacrò il trequartista come una delle più belle sorprese della serie A. 
PLAYSTATION 
In quella gara della stagione scorsa, l’intero ambiente laziale, ma in primis lo spagnolo, si rese conto della sua forza e prese talmente consapevolezza nei suoi mezzi da trasformarsi in uno dei principali trascinatori della squadra. In campo e fuori. Chi lo chiamava Lupo Alberto si dovette ricredere alla svelta. L’esatto contrario di quello che sta avvenendo in questi primi tre mesi di campionato, tanto da essere irriconoscibile non solo dai tifosi, ma perfino dagli stessi Inzaghi e Tare, quest’ultimo l’unico che ci ha creduto sin dall’inizio. E proprio il direttore sportivo, in diverse circostanze ha tentato di capire il problema, senza ancora aver trovato una soluzione. Lui, il numero dieci della Lazio, qualche timido segnale col Sassuolo l’ha dato, ma è ancora troppo poco. Ma grazie a quei minuti giocati a Reggio Emilia e a quanto sta facendo vedere in campo, col Milan può avere una chance importante. L’ennesima da sfruttare. E lo spagnolo, un po’ per gioco, un po’ per scaramanzia, oltre agli allenamenti, si è rimesso sotto con la playstation, una delle sue passioni, ma senza esagerare come Dembelè. Spesso le sue giocate improvvise e istintive dell’anno passato, nascevano proprio da lì, dalla “console” di casa. E pare che fece lo stesso prima della gara col Milan. E chissà che non ne nasca qualcosa di buono, visto che ha già portato bene. 
IL SIVIGLIA C’E’ 
Si pensava che qualche suo malumore estivo, contatto a parte, fosse nato per il mancato ritorno a Siviglia. Lui l’ha smentito, ma proprio ieri dalla città andalusa, uno dei capi scout del club biancorosso, Alejandro Jimenez, ha ammesso di seguire il giocatore. «Non lo molliamo, ma dipende dalle richieste economiche della Lazio», ha detto il dirigete. Lotito non ha alcuna intenzione di lasciarlo partire anzi, da Formello ci sarebbero addirittura l’intenzione di ritoccare il suo stipendio. Un ulteriore stimolo e segno di fiducia, anche per non avere più alibi. Non resta che un suo cenno sul campo, guizzi e magie di una volta per tornare a rivedere il vero Luis e non certo il vecchio Lupo. Dall’infermeria, infine, Caicedo e Milinkovic sono pienamente recuperati e pronti per domenica. Si attendono risposte da Leiva, ma anche qui la fiducia non manca. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA