Derby, Lazio i novanta minuti per non buttarsi via

Derby, Lazio i novanta minuti per non buttarsi via
di Emiliano Bernardini
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Sabato 14 Aprile 2018, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 08:39
Una partita per cancellare una settimana da incubo. Novanta minuti in cui lo scoramento deve lasciare spazio alla voglia di riscatto. Ne va del sapore della stagione che rischia di diventare amaro. Il colpo subito martedì sera dopo la vittoria dei giallorossi si è sentito e come giovedì sera in quel di Salisburgo. Così come il derby ha preso tutto lo spazio nelle menti dei giocatori dopo la rete di Immobile. Sintomo che la pressione è alle stelle. Per diventare una grande squadra è necessario che certi cortocircuiti non possano accadere. Soprattutto se fuori dall’Italia si è vinto poco. Si dovrebbero affrontare partite come quella contro il Salisburgo con la fame di chi non mangia da troppo tempo. L’esperienza? Già, quella conta è vero, ma conta se ti trovi di fronte chi ne ha più di te e non chi ne ha meno. Domenica c’è la chance di trovare subito il riscatto e continuare a sognare un posto in Champions.
UMILTÀ
Per farlo però c’è bisogno che la giostra impazzita su cui sono saliti si fermi per un secondo. Deve farlo lo stesso Inzaghi, il tecnico più coccolato della storia recente della Lazio. C’è bisogno che quella punta di presunzioni lasci spazio a l’umiltà e all’amore che fin dall’inizio ha conquistato tutti. Sbagliare dei cambi è umano ma il primo passo è ammettere gli errori e non trincerarsi sempre dietro altro. La fase difensiva è un problema, bisogna correre ai ripari e non metterlo sotto al tappeto del «rischiamo un po’ più del dovuto, ma questo è il calcio che piace a me e alla squadra».
INSIEME
«Daje mister» è l’urlo dei tifosi che si aggrappano a lui per ribaltare quel destino che si è divertito un po’ troppo ultimamente. I giocatori hanno un “debito” da saldare con i 1500 che giovedì erano a Salisburgo. Isterismi, paure, spocchia e fenomenite devono lasciar spazio all’unione. Solo così la Lazio può risorgere. Nulla è perduto e guai a deprimersi. «Chiedo scusa a tutti a nome mio e di tutta la squadra. Ma una cosa è certa, ora c’è il derby, adesso dobbiamo rimanere uniti e combattere per il nostro obiettivo in campionato» scrive Luis Alberto su Instagram. Grave il suo errore, avrebbe potuto disegnare un destino opposto. Quattro minuti in cui la squadra ha perso ogni certezza e convinzione. Addio Europa League. «Vogliamo andare in Champions» rimarca il club manager Peruzzi. Novanta minuti che valgono una fetta importante di stagione. La mancata qualificazione non stravolge il giudizio ma di certo toglie qualche mezzo punto dal voto finale. La Roma arriverà all’appuntamento con entusiasmo alle stelle e con la testa alta di chi è in semifinale di Champions, starà alla Lazio fargliela abbassare, almeno in campionato.
 
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