Lazio, l'avvocato del club Gentile: «Nessuno è sceso in campo con tampone dubbio. Ecco cosa rischia la società»

Claudio Lotito
di Valerio Cassetta
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Martedì 17 Novembre 2020, 15:42

«Nessuno dei giocatori della Lazio in Italia e in Europa è sceso in campo col minimo dubbio». L’avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, fa chiarezza sulla questione tamponi. «Immobile, prima di scendere in campo col Torino, aveva fatto un tampone venerdì che aveva accertato la negatività - sottolinea il legale del club a Radio Punto Nuovo -, dopo un ciclo che aveva testimoniato lo stesso percorso». Intanto, la Procura della Figc, da un a parte, e la Procura di Avellino, dall’altra, continuano le indagini.

«Abbiamo due processi, uno sportivo ed uno in Campania nel quale si parla solo della prassi burocratica della Figc su chi deve segnalare un eventuale positivo - dichiara Gentile -. Sulla vicenda scientifica dei tamponi, abbiamo una consapevolezza diffusa, anche da come viene eseguito». Il problema, secondo Gentile, sembra ruotare intorno al gene N: «E’ un sintomo di una situazione di malessere che non è inequivocabilmente sintomo del coronavirus. Quando compare, va fatto il tampone molecolare: se il molecolare è negativo, allora il gene N è sintomo di altro. Il problema è che la Uefa dà risalto al gene N, dice che è sintomo di coronavirus».

Infine, una riflessione sui possibili scenari dell’inchiesta sportiva: «Se la Lazio rischia la retrocessione o penalizzazione? L'unica contestazione fatta al club è stata quella di non aver fatto la segnalazione alla Asl, ma che parte da una errata revisione della nomenclatura giuridica, perché è il laboratorio a dover comunicare. Il laboratorio di Avellino ha fatto qui i tamponi ed ha dato regolare comunicazione all'Asl di Roma.

La contestazione che ci è stata fatta dalla Procura Federale è un ritardo di due giorni».

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