La Roma è in un vicolo Dzeko: l'Inter e la Juve lo tentano

foto Gino Mancini
di Stefano Carina
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Sabato 15 Agosto 2020, 07:30
n anno fa, di questi tempi (16 agosto, ndc), la Roma ufficializzava il rinnovo di Dzeko sino al 2022. «Questa è casa mia, ho sentito la volontà del club di tenermi», le parole di Edin dopo la firma alle quali si aggiungevano quelle della società: «Prima che finisse la scorsa stagione, avevamo già maturato la decisione che Dzeko sarebbe stato uno dei pilastri sul quale fondare la nuova squadra. E in questi mesi non abbiamo mai cambiato idea». Frasi di circostanza a falò spenti, dopo un’estate nella quale in realtà il calciatore s’era promesso all’Inter e il club, prima di dare l’assenso, aveva atteso (invano) un incastro di attaccanti (Higuain-Dzeko-Icardi) che permettesse di sostituirlo adeguatamente. Ora, dodici mesi dopo, con un anno in più sull’anagrafe (34), uno stipendio lievitato a 7,5 milioni sino al 2022 e una qualificazione alla Champions fallita per la seconda stagione consecutiva, la questione si ripresenta. A gestirla, però, non sarà più Pallotta ma Friedkin.

FUTURO DA DECIFRARE
Il nuovo proprietario dovrà subito accertarsi (lui o chi per lui) del feeling tra il bosniaco e Fonseca. Perché se i tempi stretti tra closing, rinnovo del cda e ripresa della stagione (-12), lasciano presumere che al portoghese verrà concessa un’altra chance, c’è da chiarire il rapporto con il centravanti. Le frasi nel post-gara contro il Siviglia («Mai in partita, strategia sbagliata, partita preparata male. Abbiamo sempre voluto giocare partendo dalla difesa ma non siamo mai riusciti a tirare in porta»), dopo l’attrito maturato negli spogliatoi tra il primo e il secondo tempo (nel quale il tecnico lo ha ripreso perché spettava a lui rimproverare la squadra e non a Edin) sono le parole con le quali s’è chiusa la stagione. Più che il malumore, comprensibile dopo un ko del genere, è stata la volontà di esternarlo davanti ai media la spia che non va sottovalutata. Come non va trascurato nemmeno l’appeal che il capitano giallorosso riscuote ancora in serie A. La Juventus monitora la situazione a fari spenti, Conte continua a fargli la corte. Ancor di più ora - con l’incognita Pirlo sulla panchina juventina - per quella che potrebbe trasformarsi nella stagione della svolta interista. In tal senso, ad esser maligni, non va dimenticato nemmeno il dialogo, carico d’affetto e risate, tra Lukaku e Edin al termine di Roma-Inter ad alimentare un giallo estivo che deve conoscere ancora il suo epilogo. Dzeko, infatti, prima di prendere qualsiasi decisione vuole parlare con la nuova proprietà. O perlomeno con il nuovo ds. A settembre diventerà per la terza volta papà e un trasferimento, seppur ad un’ora d’aereo da Roma, se lo eviterebbe volentieri. Di certo non ha preso e nemmeno vuole prendere in considerazione discorsi riguardanti spalmature o affini. Se rimarrà - per dare l’assalto a Pruzzo al secondo posto nella classifica dei marcatori giallorossi all-time - lo farà a 7,5 milioni a stagione.

IL SOSTITUTO
Se invece a Trigoria fosse la logica dei conti a prevalere, la Roma - almeno nelle idee di chi sinora l’ha gestita - vorrebbe virare su Milik. Soprattutto adesso che lo sponsor principale del polacco alla Juventus, Sarri, non c’è più. A Trigoria ci sono due calciatori che piacciono al Napoli (Under e Veretout) che potrebbero diventare pedine di scambio e abbassare la quotazione di De Laurentiis (50 milioni). In questo caso, andrebbe convinto il centravanti che, come accaduto con Icardi lo scorso anno, in Italia s’è promesso al club bianconero. Scenari da seguire. Sarà tutto un po’ più chiaro, dopo il closing. Strategie, uomini e soprattutto, in questi casi, cash a disposizione per muoversi sul mercato.
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