Roma, Atalanta e Lazio, Champions in volata: caccia a un tesoro mai visto

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di Alessandro Angeloni
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Venerdì 26 Aprile 2024, 06:25

C’è anche la Lazio - oltre a Roma e Atalanta - per la corsa all’oro. La Champions si rinnova, si estende, rilancia e i soldi aumentano. Da trentadue squadre si passa a trentasei, e il montepremi aumenta del 35 per cento rispetto allo scorso anno, ora tocca quota 3,7 miliardi. La Uefa qualche tempo fa ha inviato una circolare, il quadro è chiaro: partecipare alle coppe europee ha il suo perché, giocare la Champions, specie quella che ha cambiato veste per la prossima stagione, fa la differenza. Quei soldi ti rendono ricco, sistemano i bilanci, ti danno la possibilità di investire. Aumentare i ricavi per i club è un dogma. Il punto di partenza per una gestione virtuosa di una società. L’Italia ha guadagnato la quinta piazza Champions attraverso il ranking e spera di avere sei squadre, nel caso in cui Roma o Atalanta vincessero la prossima finale di Europa League (non avendo raggiunto la qualificazione dal campionato). Ipotesi complicata, non da escludere. Si ragiona, per ora, sulle cinque. Quattro sono più o meno assegnate, Inter, Milan, Juve e Bologna, che con la vittoria contro la Roma ha staccato il quinto posto di sette punti (considerando che Atalanta e Roma hanno una partita in meno) e ora il distacco dovrebbe essere rassicurante. Il quinto posto è in ballo tra la squadra di De Rossi, quella di Gasperini e quella di Tudor, che ha 52 punti e può ancora sperare nella rimonta. Il calendario pesa e gli impegni sono definiti: l’Atalanta potrebbe recuperare la sfida con la Fiorentina a giochi fatti e, se nel calcio le motivazioni fanno la differenza, va da sé che in quel periodo, forse, i nerazzurri ne avranno sicuramente di più dei viola. Quella che deve recuperare la Roma ha connotati diversi: i giallorossi devono giocare stasera solo venti minuti con l’Udinese, che è con l’acqua alla gola e anche un punticino varrebbe oro (e non è così per la Roma, che ha l’Atalanta - e la Lazio - con il fiato sul collo).

La formazione di Tudor ha solo le cinque partite di campionato da giocare, a differenza delle altre due concorrenti, impegnate nelle coppe. Le squadre in questione dovranno raddoppiare gli sforzi se vogliono arrivare al prestigio e alla ricchezza che regala la nuova Champions. La quota di partecipazione è uguale per tutti i club, 670 milioni da dividere per 36 club. Ovvero, 18,62 in tasca solo per esserci. E i premi a partita? Eccoli: 2,1 milioni per una vittoria, 700 mila euro per il pari. L’anno prossimo sarà così strutturata. Le squadre partecipanti saranno divise in quattro gironi, e giocheranno minimo otto partite, le partecipanti formeranno una classifica, le prime otto andranno all’eliminazione diretta; dalla nona alla ventiquattresima, si giocheranno la qualificazione in un playoff con andata e ritorno. Le prime otto incasseranno altri 2 milioni, dalla nona alla sedicesima solo 1. Inoltre, scrive la Uefa «saranno assegnate anche 666 quote da 275mila euro: il numero di quote a cui ogni squadra avrà diritto aumenterà in base alla posizione in cui arriverà. L’ultima, la 36esima, avrà una quota, quindi 275mila euro; la prima 36 quote da 275mila euro, quindi 9,9 milioni di euro in tutto». La doccia di soldi non finisce qui. Una volta superata la prima fase, a ogni passaggio del turno le squadre riceveranno nuovi premi: 1 milione per ogni squadra che si qualifica ai playoff, 11 per chi accede agli ottavi, 12,5 milioni chi va ai quarti, 15 alle semifinaliste, 18,5 milioni alle due in finale. La vincitrice, infine, riceverà altri 6,5 milioni (a cui vanno aggiunti 4 milioni per la qualificazione alla Supercoppa europea, che si gioca tra la vincente della Champions League e quella dell’Europa League). Insomma, ci sono milioni di motivi per cui ne vale la pena, no?

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