Vincenzo Nibali: «Bernal ha meritato la vittoria. È cresciuto in Italia e si è allenato sull’Etna e questo lo ha aiutato»

Nibali
di Francesca Monzone
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Sabato 27 Luglio 2019, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 19:03
Lo squalo dello Stretto è tornato. Era il 27 luglio del 2014 quando Vincenzo Nibali venne incoronato re del Tour de France e, a distanza di 5 anni esatti, nello stesso giorno, ha voluto lasciare la sua firma sull’ultima tappa alpina della Grand Boucle. 
“È stata una vittoria sofferta e difficile - ha detto Nibali dopo il traguardo -  Ho provato a correre per la classifica generale e ho ricevuto tanti dissensi e anche io non sapevo cosa fare”. Nibali a questo Tour non voleva venire. Dopo le fatiche del Giro d’Italia voleva andare alla Vuelta, ma la sua squadra, la Bahrein Merida ha deciso altro per lui. “Negli ultimi giorni stavo molto bene e nonostante la fatica della tappa di ieri sono voluto andare in fuga anche oggi”.  Una tappa difficile ieri sospesa all’improvviso per la grandine e una frana che aveva bloccato la strada. Anche la frazione odierna è stata accorciata per via del mal tempo e della frana e i chilometri da 130 sono scesi a 59. “Sembrava una cronoscalata,  gli ultimi chilometri non finivano più, e alla fine è arrivata la liberazione quando sono arrivato sul traguardo”. Il siciliano attaccato e criticato spesso dalla stampa, per il risultato che non arrivava, si è sempre sentito supportato dal pubblico e dal suo team e questa è stata la spinta che lo ha aiutato ad andare avanti. “Ringrazio il grande pubblico che mi ha sempre tifato. Grazie a loro non mi sono mai sentito solo, nonostante le critiche ricevute. Dopo una stagione con tanti piazzamenti, voglio dedicare questa vittoria a mio nonno, che è venuto a mancare lo scorso anno. Ma una parte di questa vittoria è per tutto il mio staff, sperando che ritrovi il giusto equilibrio”. Nibali grazie alla fuga di oggi ha conquistato anche il numero rosso, come premio per la combattività. “ È una bella perla da mettere in un Tour veramente difficile per me. Ho vinto il premio per la combattività ed è quel qualcosa in più che arricchisce la vittoria”. 
Quella di oggi non è stata una vittoria a sorpresa, perché il campione della Bahrein Merida, che il prossimo anno passerà alla Trek-Segafredo, era al quarto tentativo di fuga per trovare il successo e oggi, quel successo è arrivato. “Oggi non pensavo che andasse via la fuga, avevamo un’altra tattica in mente. Quando ho visto che si era mosso un bel gruppo, ho capito che dovevo entrare anche io nella fuga. Poi c’era la salita finale di 33 chilometri tutta da gestire. Negli ultimi 15 chilometri quando il gruppo si stava muovendo, ho capito che bisognava sforzare. Quando sono riuscito a staccare gli altri ho capito che per vincere dovevo mantenere il distacco ed è quello che ho fatto”. 
Lo squalo dello Stretto non si è mai sentito un rivale di Egan Bernal, il colombiano che ha vinto questo Tour. Al contrario ha sempre riconosciuto le doti di questo giovane cresciuto nel nostro Paese, definendolo un vero campione. “Bernal ha fatto un grandissimo Tour. Ha sofferto tantissimo ed ha avuto una vittoria più che meritata e sarà il futuro del ciclismo. Il Sud America è grande nel ciclismo, ma Bernal è cresciuto in Italia,  ha preso da noi tutto il buono del ciclismo e poi si allenava sull’Etna”. 
Per Nibali Bernal è un corridore fuori dal comune e non è possibile fare paragoni con altri corridori. “ Egan è un vero campione. Era da tanto tempo che non si vedeva un giovane di 22 anni vincere così. L’unico corridore che mi ricorda, per il peso e il fatto che è esile,è Alberto Contador, ma non è facile fare un paragone. Il futuro è lui e prepariamoci a vederlo vincere ancora”. 
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