Transat Jacque Vabre: Giancarlo Pedote e Andrea Fantini, italiani che sfidano l' Oceano

Transat Jacque Vabre: Giancarlo Pedote e Andrea Fantini, italiani che sfidano l' Oceano
di Francesca Lodigiani
5 Minuti di Lettura
Domenica 7 Novembre 2021, 21:10

Giancarlo Pedote e Andrea Fantini, due navigatori italiani, da oggi, domenica 7 novembre, ballano sulle onde dell’Atlantico nella Transat Jacque Vabre partita alle 13.27 da Le Havre sulla costa atlantica francese. 

La loro sfida si gioca in classi diverse. Pedote 45 anni,  fiorentino, buon ottavo nell’ultima Vendée Globe, il giro del mondo in solitario 20/21 concluso lo scorso marzo in pieno Covid e in piena  saga Luna Rossa, corre tra gli  Imoca con il  fedele Prysmian Group. Pedote è  un veterano della regata:  l’ha vinta in Class 40 nel 2015 e questa è la sua quarta partecipazione .  Per Andrea Fantini da Ferrara, 39 anni, che compete con il Class 40 Guidi, si tratta invece di una prima volta. Entrambi gli skipper italiani sono in gara con un compagno d’avventura francese; Pedote con Martin Le Pape e Fantini con  Charles-Louis Mourruau

Nata nel 1993 la Transat Jacques Vabre è la traversata atlantica più lunga del panorama delle regate riservate ad equipaggi di due sole persone e si svolge ogni due anni.   Il percorso da seguire è quello dell’antica “rotta del caffè” e in questa 15° edizione, si  naugura  un nuovo nome – nel senso che diventa  Transat Jacques Vabre Normandie Le Havre - ed un nuovo percorso. Si parte infatti come sempre dal  bacino Paul Vatine a Le Havre, dedicato all’omonimo navigatore nato in questa città, che vinse la prima edizione in monoscafo e perse la vitanel 1999, sparendo in mare, alla quarta partecipazione corsa a bordo di un trimarano. L’arrivo però si sposta dal Brasile alle Antille, in Martinica a Fort-de-France. 

 Altra novità riguarda le rotte, per la prima volta  diversificate per le quattro classi in gara con l’obiettivo di rendere lo sforzo sportivo equivalente per tutti,  ed evitare che le barche più piccole passino più tempo in mare rispetto ai più grandi e veloci. Ecco quindi che dei 79 scafi in gara i 22 IMOCA e i 7 Ocean Fifty dovranno percorrere 5.800 miglia (10.700 km), con una rotta che scenderà fino all'arcipelago brasiliano di Fernando de Noronha. I 45  Class40, il gruppo più numeroso, di miglia ne dovrà percorrere “solo” 4.600  (8.500 km), con passaggio obbligato ad est delle isole dell’arcipelago di Capo Verde, saltando quindi le calme del passaggio dell’ equatore ,mentre gli  Ultime (5) i più veloci, di miglia ne devono macinare  7.500 (13.900 km) con una rotta che doppia un diverso  arcipelago brasiliano, al largo di Rio de Janeiro. 

Per Giancarlo Pedote, che ha già annunciato la partecipazione alla prossima Vendée Globe col suo Prysmian Group (che al rientro  andrà in cantiere per  modifiche strutturali finalizzate a  superare il gap tecnologico di uno scafo comunque del 2015) questa regata è importante per diverse ragioni.

Intanto perché è valida per le selezioni che dovessero esserci per la Vendée Globe 2024 nel caso gli iscritti superassero i posti disponibili. Poi perché Pedote e Le Pope partecipano a un progetto di Meteo France per la sicurezza, rilasciando  come altri 6 IMOCA  una boa metereologica  lungo il percorso, permettendo così  di ampliare l’area marina monitorizzata in nord Atlantico.  E infine, come nella Vendée Globe, perché ad ogni click (like, condivisioni e commenti) sui post pubblicati sui profili  Facebook e Instagram di Prysmian Ocean Racing, Prysmian Group donerà a Electriciens sans frontières, 1 metro di cavo per portare l’energia nei paesi in via di sviluppo con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze nell'accesso all'elettricità e all'acqua. 

Si preannuncia tecnica e complessa la parte iniziale della  Jacque Vabre 2021 viste le ultime  previsioni di minor vento, ma Pedote è come al solito tonico quando molla gli ormeggi dal porto francese. “Quando ti schieri per la quarta volta al via di una Transat Jacques Vabre, con in più un Vendée Globe alle spalle, senti una certa fiducia, in te stesso, ma anche nella barca.- dice infatti -  Dopo aver fatto un giro del mondo, sei più preparato ad affrontare l'ignoto e il campo di gioco si ridefinisce: oggi la mia zona di comfort è più estesa, anche se attraversare l'Atlantico resta un esercizio non banale. Osservo una diminuzione del livello di stress, il che è positivo perché lo stress consuma energia. Ovviamente un certo livello di stress è necessario per le prestazioni, ma è fondamentale incanalarlo con attenzione, per non lasciarsi divorare. Fino alle 13:27 continuerò a concentrarmi sulla preparazione e ad assaporare gli ultimi momenti con i miei cari, mia moglie e i miei figli. Sono momenti preziosi che inciderò nella mia testa e che mi piacerebbe ricordare una volta in mare.” Poi  dal via, ci sarà spazio solo per  la regata,  circa 18 giorni di navigazione,   con una prima settimana che,  come sottolinea Pedote  “Sarà tutta all'attacco. Senza farsi troppe domande."

“Siamo belli pronti” dice  Andrea Fantini, l’altro concorrente italiano. Anche il Class 40 Guidi, dall’impresa italiana che li sponsorizza, ha aderito al progetto di Meteo France e ha una boa da rilasciare lungo la sua rotta. “Avremo una prima settimana dura, viste le condizioni meteo che si incontrano di solito in nord atlantico – racconta lo skipper, laureato in farmacia che si è formato navigando con Giovanni Soldini – poi passate le isole di Capo Verde ,in rotta per la  Martinica le cose si  dovrebbero semplificare. “

© RIPRODUZIONE RISERVATA