Un messaggio arriva anche da un esponente di spicco del Movimento, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio: «Sulle Olimpiadi diremo si o no quando vogliamo noi, non quando ce lo chiede Caltagirone», la piccata risposta a quella che ha definito - lo ha fatto oggi alla Festa del Fatto Quotidiano a Pietrasanta - una »vera e propria aggressione mediatica« di cui è vittima il M5S che lamenta «il tema fondante della campagna di aggressione fatta in buona parte da editori italiani legati ad interessi sulle Olimpiadi». «Non conosco nel dettaglio la macchina amministrativa di Roma - ha aggiunto Di Maio - So che la porta avanti il sindaco e che io mi fido di lei.
Abbiamo fiducia nel sindaco di Roma, e dobbiamo risolvere la questione delle speculazioni sui rifiuti, le lobby delle Olimpiadi, rivedere la questione dei rifiuti. Tutto quello che ha fatto la sindaco Raggi lo ha fato in autonomia, assieme al suo staff». E il Coni? «Ho un impegno con il sindaco Virginia Raggi che di questo argomento torneremo a parlare alla fine delle Paralimpiadi, e intendo rispettare la parola data», ha risposto il presidente Giovanni Malagò a Cernobbio. Ferma restando l'«impossibilità tecnica e formale di spostare la candidatura» delle sede olimpica da Roma a Milano, tema di cui si è parlato in un incontro sul Lago di Como in cui era presente anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni; Malagò ha concluso ricordando che «il mondo dello sport deve essere laico e non vuole essere strumentalizzato. Non mi unisco - ha ribadito il presidente Coni - a chi magari per questioni politiche personali approfitta di quello che succede per fare discorsi di natura politica».
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