Giustizia sportiva, parte la riforma
Malagò: «E' una rivoluzione»

Giustizia sportiva, parte la riforma Malagò: «E' una rivoluzione»
di Carlo Santi
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Giovedì 19 Dicembre 2013, 00:44
La giustizia sportiva volta pagina ma calcio e nuoto in Giunta hanno votato contro e il basket non è allineato alla riforma. Questione di metodo e di codice che il Coni vuole unico per tutte le Federazioni e questo ha indispettito il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, che non lo accetta, il codice unico, perché «abbiamo preoccupazione per i rapporti internazionali. Noi - ha chiarito Abete - dobbiamo essere in sintonia con il Coni ma anche con Fifa e Uefa». I malumori di Abete - e anche di Paolo Barelli - nascono dalla considerazione che la riforma fortemente voluta da Giovanni Malagò toglierà autonomia alla stessa Figc.

Nascono presso il Coni la Procura generale dello sport, l’organo inquirente dei processi che sarà guidata dal generale di Brigata dei Carabinieri Enrico Cataldi, e il Collegio di Garanzia dello sport, la Cassazione dello sport, che viene affidato a Franco Frattini. Il Collegio di Garanzia è il terzo grado di giustizia sportiva e interviene per decidere su una controversia dopo i primi due gradi di giudizio emessi dalla giustizia federale. I nuovi organismi, che entreranno in funzione il prossimo primo luglio, ovvero con l’inizio della nuova stagione sportiva, cancellano il Tribunale Nazionale Arbitrale dello Sport, ossia l’organismo noto come lo scontificio.

«È una rivoluzione - ha affermato Malagò che aveva annunciato da tempo questa riforma - Il Coni garantisce il rispetto per gli organi federali ma al tempo stesso chiede un percorso equo e trasparente». Il nuovo procuratore avrà il controllo di vigilare sui processi fin dal loro inizio potendo avocare a sè il processo qualora emerga un’omissione tale da pregiudicare l’esercizio dell’azione disciplinare o se vi sia un’archiviazione che il procuratore non ritiene ragionevole. Tutto questo ha indispettito il mondo del calcio che vorrebbe un’autonomia diversa per i suoi processi e non dover sottostare a un codice unico. Il nuovo ordinamento, del quale sono state tracciate le linee di lavoro ma dovrà essere regolamentato da norme che verranno realizzate nei prossimi mesi (fino ad allora rimane in vigore l’attuale ordinamento) da una commissione che redigerà un Testo Unico di Giustizia Sportiva entro il prossimo 30 maggio e che avrà nel professor Giulio Napolitano il referente.

Il calcio non ci sta, abbiamo detto. Questione di autonomia e di rapporti internazionali. Il superprocuratore è considerato, sia da Abete che da Paolo Barelli, il presidente della Federnuoto che è contrario alla riforma, un’interferenza all’autonomia delle Federazioni. Anzi, Barelli ritiene che questa riforma si dannosa. Oggi in Consiglio nazionale ci sarà un intervento critico di Gianni Petrucci e ieri in Giunta anche Mario Pescante ha mostrato qualche perplessità votando, poi, a favore della riforma. Il Consiglio oggi voterà a favore della riforma: andrà avanti pur senza avere l’unanimità.

Malagò ha dato un segnale anche se molto lavoro dovrà ancora essere fatto per mettere a punto questa rivoluzione. Ci sono norme da scrivere e c’è il lavoro del superprocuratore che dovrà essere messo a punto senza andare a ledere l’autonomia della giustizia di ogni singola Federazione. Una cosa è certa: fascicoli trattenuti sulla scrivania troppo a lungo non saranno più ammessi, a patto che il superprocuratore non interferisca.

«Userò la mia esperienza», ha spiegato il generale Enrico Cataldi, comandante del Racis, la scientifica dell’Arma. «Per me si tratta di un’esperienza nuova - ha aggiunto - l’unica cosa che posso dire è che cercherà di mettere a frutto l’esperienza di una vita come carabiniere e ufficiale di polizia giudiziaria».

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