Ginnastica ritmica, Alessia Maurelli: «Farfalle o leonesse andiamo alla conquista di Tokyo»

Ginnastica ritmica, Alessia Maurelli: «Farfalle o leonesse andiamo alla conquista di Tokyo»
di Gianluca Cordella
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Giovedì 27 Settembre 2018, 13:11 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 01:07
Hanno esorcizzato un biennio di quarti posti nel modo migliore: vincendo tutto. Dagli europei alla World Cup fino ai mondiali di Sofia, dove hanno staccato con due anni d'anticipo il pass per le Olimpiadi Tokyo. Un 2018 da incorniciare per la Nazionale di ginnastica ritmica, capitanata da Alessia Maurelli. Una abituata a spiccare il volo: atleta dell'Aeronautica e leader delle Farfalle azzurre. Anche se la coreografia sulle note Eye of tiger ha imposto una metamorfosi. «Siamo ginnaste versatili. Da cigni a tigri o leonesse, è un attimo», scherza.
Torniamo a Sofia e al secondo posto nell'all around. Ha pensato «che gioia l'argento» o «caspita, ancora un po' e battevamo anche la Russia»?
«So come funziona il mondo della ginnastica. Dopo tre anni di quarti posti un argento nel concorso generale, dietro una Russia che comunque ha svolto una gara senza errori, me lo tengo stretto».
«So come funziona» fa il paio con lo sfogo del presidente federale Tecchi che ha parlato di sudditanza psicologica dei giudici.
«C'è un problema di sistema, a questo ormai ci ho fatto l'abitudine. Ma non ho apprezzato per niente il fatto che, in Bulgaria, l'intero palazzetto fischiasse mentre la Russia entrava in pedana. Capisco che in tanti sono stanchi di vedere ai vertici sempre loro, però le ginnaste si allenano quanto noi e fanno i nostri stessi sacrifici. Non sono loro il problema. Durante la finale con i cerchi sentivamo tutti applaudire e pensavamo wow, stanno facendo un'esibizione pazzesca. E invece ci siamo rese conto che le persone battevano le mani per far cadere i cerchi...».
A Sofia avete chiuso un'annata da record.
«La migliore degli ultimi decenni. Tre medaglie per noi (oltre all'argento nell'all around, l'oro con 3 palle e 2 funi e il bronzo con i 5 cerchi) e tre nell'individuale Al mondiale mai avevamo vinto così tante medaglie. L'Italia sta crescendo in modo esponenziale».
Cosa c'è in queste vittorie delle delusioni passate?
«Tanto. Lo scorso anno, dopo il quarto posto a Pesaro, ho detto alle ragazze: Domani ricominciamo a lavorare e non dimentichiamo che ci hanno lasciato ai piedi del podio nel mondiale di casa. Da lì è partita la rivincita».
E il quarto posto di Rio?
«Il peggiore. Quando siamo atterrate a Fiumicino i giornalisti ci scansavano per andare a intervistare gli atleti che erano saliti sul podio: anche quello ti fa capire il peso di una medaglia olimpica».
Potrà rifarsi a Tokyo...
«È bello avere già la certezza di esserci e per una ginnasta non è così scontato partecipare a due Olimpiadi. Io avrò 24 anni, sarò anziana per questo sport».
Ed è strano chiederle a questa età se già sa cosa farà dopo...
«Ci sto pensando. Non voglio trovarmi a mani vuote quando tutto questo sarà finito. Noi non siamo calciatori e questa vita, che ti lascia piena di emozioni, purtroppo in tasca ti lascia poco. Mi sono iscritta all'università, Scienze della Comunicazione, e spero anche di riuscire a ritagliarmi un ruolo in ambito sportivo».
Vita strana la vostra. La ribalta arriva prestissimo e prestissimo sparisce...
«A 17 anni ho lasciato casa mia a Ferrara e mi sono trasferita al centro tecnico di Desio. Vivo 11 mesi l'anno lontano da casa. E per una ragazza così giovane fare tutti questi sacrifici, allenarsi 8 ore al giorno in palestra, non è facile, anche a livello psicologico».
Il «chi me lo fa fare?» è sempre in agguato?
«Sì, però poi per fortuna arrivano le soddisfazioni della gara e ti dai tutte le risposte».
C'è poi la forza della condivisione con il resto della squadra...
«Ogni giorno che passa siamo più unite. Se continuiamo così a Tokyo ci leggeremo nel pensiero».
Le sue compagne in una parola.
«Martina Centofanti, la vice capitana, è la mia ancora, la certezza quando entriamo in pedana. Martina Santandrea è la tenerezza: ha iniziato nella mia società e quando mi ha visto partire per la Nazionale si è messa a piangere. Quando mi ha raggiunto lei in azzurro mi sono messa a piangere io. Agnese Duranti è un vulcano di energia, dà allegria e motivazione. Anna Basta è un animale da gara: è la più giovane, ma quando entra in pedana si vede che ha la voglia di spaccare tutto. Letizia Cicconcelli è la tranquillità. La vedi ed è sempre pacata, ma decisa».
Unite e social, anche in vacanza.
«Dopo un'estate passata a sorbirci foto di gente al mare mentre noi eravamo chiuse in palestra, ci siamo dette: questa volta tocca a noi».
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