Torna “The Americans 5”, ovvero la contraddizione della vita da spie

Torna “The Americans 5”, ovvero la contraddizione della vita da spie
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Domenica 18 Giugno 2017, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 15:01
Caratteristica è la mancanza della dicotomia tra buoni (americani) e cattivi (russi) che contraddistingue molte storie di spionaggio del passato. Nella serie The Americans, giunta alla quinta stagione, che ritorna su Fox (canale 112 di Sky) lunedì 19 alle 21.50, non ci sono eroi, nessuno è completamente nel giusto, tutti sembrano interessanti
in quanto imperfetti. Scritto prima ovviamente prima che Trump diventasse capo della Casa Bianca, e ambientato all'epoca della guerra fredda, è un drama che offre un spaccato interessante.

Ai vertici di tutte le classifiche delle migliori serie tv Usa del decennio e con fan autorevoli come Stephen King (suo un tweet del 2014 in cui dice «con serie così il cinema è diventato un pò datato»), la serie ha ricevuto 12 premi e 57 nomination alle competizioni più importanti e da poco è stata rinnovata negli Usa per una futura sesta stagione, che si annuncia come la conclusiva.
The Americans ci catapulta negli anni '80 di Reagan ed è soprattutto la storia di un matrimonio, quello di Philip
(Matthew Rhys) ed Elizabeth (Keri Russell) - nomi veri: Mischa e Nadezhda -, agenti segreti al servizio della Madre Russia sotto copertura a Washington, sposati e genitori di due figli.
Un matrimonio combinato che nel corso degli anni è diventato vero (curiosamente anche fuori dallo schermo: i due attori sono fidanzati da anni).

Nella nuova stagione sarà sempre più forte per i due protagonisti, cresciuti secondo i valori della fedeltà assoluta
alla causa sovietica, il groviglio di contraddizioni della loro «vita da spie» soprattutto in relazione al futuro della figlia
adolescente Paige (Holly Taylor), che è venuta a conoscenza della reale professione dei genitori e potrebbe, forse, sentirsi tentata a seguirne le orme. La ragazza è come se insinuasse un dubbio nella quotidianità follemente rodata delle due spie: è innanzi tutto una ragazza americana o la figlia di spie del Kgb?
Tutto questo sarà ancora più drammatico in una situazione alla Romeo e Giulietta in cui Paige si innamora di Matthew (Danny Flaherty), il teenager figlio di un agente dell'FBI.

Grazie agli archivi Mitrokhin, oggi si sa moltissimo del Kgb e di come si fosse infiltrato ovunque nei paesi occidentali
durante la Guerra Fredda, ma The Americans offre allo spettatore uno sguardo insolito perché usa le relazioni familiari come una finestra sulla geopolitica. I due creatori sono non a caso Joel Weisberg (ex agente Cia) e Joe Field.
La serie non potrebbe essere più attuale, nei giorni del Russiagate in cui Donald Trump rischia l'impeachment per le
supposte interferenze di Putin nella campagna presidenziale Usa. The Americans ci racconta sin dagli esordi la storia di Philip ed Elizabeth Jennings, due agenti segreti del Kgb, membri del direttorato S che riunisce le spie russe sotto copertura, illegalmente, all'estero. Nati, cresciuti e addestrati nell'Unione Sovietica, quindici anni prima - quando ancora non si conoscevano - furono mandati in incognito negli Stati Uniti con l'ordine di spacciarsi per una giovane coppia sposata di americani. Nonostante il loro matrimonio - durante il quale hanno anche avuto due figli - sia solo una farsa, col passare del tempo hanno iniziato a maturare reciprocamente dei sentimenti reali, che vengono però messi alla prova dagli sviluppi della guerra fredda e dai rapporti che devono mantenere
coi rispettivi superiori, i quali pretendono interventi sempre più rischiosi pur di riuscire ad acquisire il maggior numero d'informazioni possibile sul nemico.
 
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