Riondino e Vergassola, due comici per un Flaubert in salsa pop: «Uno declama, l'altro divaga»

David Riondino e Dario Vergassola negli studi di Messaggero Tv (Foto Gabrielli - Ag. Toiati)
di Andrea Andrei
3 Minuti di Lettura
Sabato 20 Febbraio 2016, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 18:15

Una grande opera come Madame Bovary di Gustave Flaubert, letta e reinterpretata a teatro. Fin qui nulla di strano. Se non fosse che sul palco c'è una delle coppie più male assortite e più ben riuscite dello spettacolo: David Riondino e Dario Vergassola, che fino al 28 febbraio si cimenteranno al Teatro Vittoria di Roma su uno dei grandi classici della letteratura francese.

IL TESTO
«Per una circolare del ministro dei Beni culturali, Franceschini - spiega Riondino a Messaggero Tv - che ha constatato che il livello di cultura generale si è molto abbassato soprattutto a causa dei comici televisivi come Vergassola, questi ultimi sono stati obbligati a confrontarsi una volta all'anno con un classico dell'Ottocento». Ecco, in pratica, il motivo (ovviamente di fantasia) che ha spinto i due a cimentarsi in una serie di spettacoli dedicati ai grandi classici, da Don Chisciotte a Pinocchio, fino appunto a Madame Bovary e, prossimamente, in una particolare versione della Signora delle camelie di Dumas.
 
La tecnica, che è il vero marchio di fabbrica del duo, la spiega Vergassola: «David declama le opere mentre io mi annoio e quindi faccio di tutto per divagare, per raccontare barzellette, per riportare tutto all'attualità. Proprio come se in classe, mentre l'insegnante spiega, c'è un Pierino rompiscatole che a ogni frase tira fuori una battuta». Eppure c'è da scommettere che lo stesso Flaubert sarebbe parecchio contento di sapere come il suo romanzo, che tratta di amore e tradimenti e che nel 1856 diede molto scandalo, in questo modo può essere apprezzato davvero da tutti.

LA FORMULA
Tanto che, come fanno notare i due attori, questa loro formula potrebbe avere addirittura una funzione pedagogica: «Durante lo show facciamo finta che in prima fila ci sia seduto il ministro, ma in realtà questo spettacolo andrebbe portato nelle scuole. Così come sarebbe bello realizzarne una versione televisiva». Perché se è vero che si tratta della dissacrazione di un'opera di cultura “alta”, è vero pure che il messaggio, alla fine, passa eccome. «Madame Bovary è un classico perché intere generazioni si sono riconosciute in quella storia. Si passa dagli amori carnali a quelli platonici, dai tradimenti fino alle tragedie economiche. È la vita vera di provincia, quella che anche oggi conosciamo bene. Per questo, sarebbe inutile rivolgerci a quelli che già conoscono il romanzo, ci interessa di più coinvolgere chi invece non vorrebbe saperne nulla», spiega Riondino, seguito a ruota dalla chiosa di Vergassola: «Per chi è molto ignorante come me, è un buon omeopatico: con questo spettacolo si può conoscere un testo e seguirne la trama senza smettere di cazzeggiare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA