L'Odissea secondo Emma Dante: «Ho scelto di raccontare l’attesa»

Emma Dante durante le prove di Odissea A/R all'Argentina (foto Nicola Dallamura)
di Valentina Venturi
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Martedì 31 Gennaio 2017, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 15:39

È di scena Omero secondo Dante. Emma Dante torna a Roma, dopo il successo ottenuto al Teatro Massimo di Palermo con la regia operistica del Macbeth di Giuseppe Verdi. Al Teatro Argentina propone un’Odissea A/R che riassume in sé la sua poetica e lo stile registico, da sempre contraddistinto da una continua ricerca artistica. In scena ci sono gli allievi/attori che maturano con le sue indicazioni registiche, la musica, il corpo che viene toccato, mostrato, manipolato senza pudori, il tema dell’attesa che genera incertezza e inquietudine, il gioco e la famiglia quale punto di riferimento e luogo da cui distaccarsi. 

Il titolo non è semplicemente Odissea, c’è anche A/R. Come mai ha inserito questa precisazione?
«Ho scelto di non riportare l’intero poema omerico, ma di raccontare l’attesa. Non abbiamo seguito Odisseo nelle sue scorribande ma siamo rimasti all’interno del palazzo, nel momento in cui Telemaco diventa uomo e parte per cercare il padre. Da qui l’andata di Telemaco e il ritorno di Odisseo che nella seconda parte dello spettacolo rientra in casa e trova i proci che assediano il suo palazzo. Li massacra con la complicità di Telemaco e della moglie Penelope».

Dopo l'opera di Verdi Macbeth, ora l’Odissea di Omero. Una continua ricerca artistica che spazia tra i miti.
«Vengo dal Macbeth che è un altro grande mito e approdo all’Argentina dove c’è uno spettacolo altrettanto mitico per me, per la mia carriera. L’opera lirica è una storia diversa dal teatro di prosa e diversa da questo allestimento che ho realizzato con la mia scuola: Odissea A/R è lo spettacolo di chiusura organizzato con i ragazzi della scuola che dirigo al Biondo di Palermo.  Qui c’è la freschezza, la genuinità di ragazzi che calcano per la prima volta grandi palcoscenici».

Il tema della famiglia torna spesso nelle sue regie. Come mai?
«È un'ossessione. Sono convinta che la famiglia sia il primo nucleo sociale in cui si forma l’individuo e allora siccome per me il teatro è il luogo dell’interrogazione e dell'esplorazione dei grandi temi dell’uomo credo che la famiglia sia il posto più adatto dove iniziare».

La prossima riflessione allora dove approderà?
«Nello spettacolo su cui sto lavorando, Bestie di scena. Si tratta di un piccolo gruppo di persone che si liberano di tutto, persino dei vestiti e percorrono un cammino abbastanza roccambolesco su un palcoscenico completamente spoglio».

Il teatro le si addice più del cinema?
«Il teatro è il mio mezzo. Attraverso il teatro ho potuto raccontare il mio disagio, la mia disperazione, ma anche la mia gioia e la mia leggerezza. Ma in questo periodo sto anche lavorando al mio secondo film, tratto dalla mia pièce teatrale Le sorelle Macaluso: il tema è ancora una volta quello della famiglia». 


Odissea A/R 
dal 31 gennaio al 5 febbraio
Teatro Argentina
Largo di Torre Argentina 52
www.teatrodiroma.net

 

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