Ministero della solitudine, la prima sperimentazione al teatro Argentina: provare per credere

Ministero della solitudine, la prima sperimentazione al teatro Argentina: provare per credere
di Alessandro Rosi
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Domenica 26 Novembre 2023, 23:05

«Lo spettatore della fila B, posto 9, ha vinto la lotteria del Ministero della Solitudine. È pregato di ritirare il premio nel foyer». Chi è in sala si guarda in giro, controlla il biglietto e pensa: «Sarò proprio io? Cosa avrò mai vinto?». Forse nulla, forse tutto, forse è solo uno scherzo. Cosa può davvero offrire un’istituzione che cerchi di combattere l’isolamento sociale? Bonus in denaro? Incentivi? 

Un prisma triangolare ruota sul palco del Teatro Argentina, rivelando ad ogni faccia una scena diversa. Il frigorifero vuoto di Teresa, professoressa con ambizioni da scrittrice. La finestra di Alma, figlia dell’insegnante prigioniera della sua stanza (e delle cuffie in cui ascolta musica). L’alveare di F., apicoltore (cacciato di casa dalla moglie) che cerca di avere un sussidio dal Ministero. Di lui conosciamo solo l’iniziale, una solitudine che si rivela anche nel nome. Affianco a questa struttura troviamo la scrivania di Primo, webmaster che modera i post sui social con contenuti violenti. La sua esistenza si alterna tra un “delete” e un “ignore”. Ma chi davvero ignora è se stesso. Agganciato al computer ed esposto a una violenza incessante, diventa il simbolo dell’alienazione. È incapace di relazioni con l’altro sesso se non con una bambola in silicone. E anche con le altre persone non è da meno, in loro finisce per cercare l’odio a cui è costantemente esposto. “Dammi una spinta per 50 euro”, dice a F. “Insultami”, gli chiede ancora.

L’incontro tra solitudini è grottesco. Viaggiano su binari diversi. Sono come i paralleli del mondo che non si incrociano mai. Ma tutti cercano aiuto. E qui entra in gioco il Ministero. 

Nato (per davvero) nel 2017 durante il governo guidato da Theresa May, il Minister of Loneliness è una realtà ormai consolidata. Non in Italia. Ma come potrebbe essere? E qui l’esperimento teatrale di lacasadargilla, co-diretto da Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni. A rappresentare l’istituzione sul palco è Simone. “Salve, il Ministero della Solitudine è sempre al vostro fianco, pronto ad aiutarvi in qualsiasi momento”, inizia così la segreteria che ascoltiamo. Poi, però, precisa: “Le linee sono ora intasate, si prega di richiamare più tardi”. Tra cartelli con la scritta “torno subito”, ferie e orari stravaganti, è chiaro che un’istituzione del genere non può funzionare. E anche la sperimentazione a cui si assiste fa flop.

Non lo spettacolo. In un’epoca in cui il WHO ha dichiarato la solitudine la malattia del secolo, c’è sempre più esigenza di ripensare la nostra società. Il ghosting (ndr, chi interrompere all’improvviso le comunicazioni con il partner o anche amici) è un fenomeno in aumento e l’isolamento è sempre più un fattore comune. Lo spettacolo suggerisce che dobbiamo ripensare il lavoro, le nostre relazioni, la nostra società. Sia chiaro, non tutto va negativizzato. La solitudine è importante, ma non essere prigionieri di se stessi.

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