Manara debutta nella lirica e firma le scene di Così fan tutte: «Le donne hanno diritto a far l'amore e tradire»

Il disegnatore Milo Manara disegna scene e costumi colorati e licenziosi di “Così fan tutte”, al Pergolesi di Jesi dal 20 ottobre: «L’audacia di Mozart consiste nell’affermare che le donne il diritto di fare l’amore, anche senza essere sposate o innamorate. E non le condanna se tradiscono».

I disegni di Milo Manara per le scene di Così fan tutte di Mozart al Pergolesi di Jesi
di Simona Antonucci
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Martedì 17 Ottobre 2023, 20:01

Disegni a sfondo erotico, ingranditi su tela per una scena di ninfe, satiri, cupidi e dei, da Apollo a Venere da Minerva a Mercurio, con un sipario trasparente in tulle rosa, un boccascena in mezzo e un fondale raffigurante il mare. Milo Manara, a 78 anni, debutta nella lirica, disegnando scene e costumi di “Così fan tutte di Mozart”, nuova produzione che il 20 ottobre inaugura la 56/a Stagione lirica del Teatro Pergolesi di Jesi (Ancona).

 

L'AUDACIA

Il segno contemporaneo del celebre fumettista, giocoso, colorato e licenzioso, declina su una scenografia bidimensionale il capolavoro di Mozart, ultimo titolo della trilogia di Da Ponte (“Don Giovanni” e “Nozze di Figaro” gli altri due), che intreccia comicità a tragedia, malinconia a erotismo, filosofia a labirinti di passioni. «L’audacia dell’opera», osserva Manara, «consiste non tanto nell’affermare qualunquisticamente che “così fan tutte”, quanto nel riconoscere alle donne il diritto di fare l’amore, anche senza essere sposate o innamorate senza condannarle se tradiscono».

IL CORTEGGIAMENTO

L’artista ha accettato l’incarico dopo un lungo “corteggiamento” da parte della direzione artistica, spinto dall’amore per Mozart, «di cui mi affascina tutto compresa la Messa da Requiem. Per una proposta del genere devi avere tempo e io lavoro sempre molto. Ma alla fine ho trovato una chiave scenografica per l’allestimento e ho detto sì». La trama dell’opera gioca su uno scambio di coppie e di travestimenti che ha spinto Manara a ispirarsi alle Metamorfosi di Ovidio. E per l’occasione ha realizzato una eccezionale serie di illustrazioni sulle metamorfosi di Zeus, tra ninfe e satiri, travestimenti e corteggiamenti caratterizzati da una sensualità elegante, enigmatica, senza tempo. «Il mito si adatta al Settecento, quando andava di gran moda», dice, «chi legge il capolavoro di Ovidio sa che è pieno di travestimenti a scopo di seduzione e in “Così fan tutte”, alla fine, a furia di travestirsi, si perde la percezione della propria identità».

LA FEDELTA'

Colori pastello di scene e costumi riportano alle tendenze pittoriche di un Settecento stilizzato, tra nuances avorio, rosa e azzurre, che a Jesi trionfano nella celebre Galleria di Palazzo Pianetti, sede della Pinacoteca Civica.

Ed è proprio a Palazzo Pianetti (Sale Betto Tesei), che fino al 29 ottobre, saranno esposti i disegni originali di Manara per il capolavoro mozartiano. “Così fan tutte” mette al centro della trama una scommessa crudele, architettata per mettere alla prova la fedeltà di due coppie. Resta aperta la domanda su come si concluda l’opera. L’intervento demiurgico e pacificatorio di Don Alfonso, nell’epilogo, almeno nominalmente riporta le coppie al loro assetto originario, ma l’ambiguità aleggia fino al calar del sipario, e anche oltre.

IL DESIDERIO

«Il mio lavoro», spiega il regista Stefano Vizioli «giocherà sul non detto, sulla ambiguità, tensioni inespresse, tempeste del cuore. Si parla di tradimento, desiderio, di mancanza di controllo. Però è anche l’opera in cui la fragilità umana è letta con una sorta di pietà». Sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana ci sarà Aldo Sisillo. Il Coro Ventidio Basso di Ascoli Piceno è diretto da Giovanni Farina. Nella compagnia di canto, Fiordiligi è Ekaterina Bakanova, Dorabella è Lilly Jørstad, Guglielmo è Jiri Rajnis, Ferrando è Antonio Mandrillo, Despina è Francesca Cucuzza, Don Alfonso è Emanuele Cordaro. Maestro al cembalo Carlo Morganti.

IL PECCATO

«Un capolavoro senza età», conclude Vizioli, «non so se le due epoche si potranno mai accostare. Ma sono sempre stato attratto dal sottotitolo “La scuola degli amanti”: una palestra delle emozioni, in cui ci si allena a fare i conti con la gelosia, la fragilità, la vendetta e il perdono. Alla fine sei portato a pensare che oggi dobbiamo tutti imparare da Mozart, sviluppando l’indulgenza nei confronti del peccato, inteso come fragilità. Perché così fan tutte ma anche così fan tutti».

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