Elena Arvigo è Yerma: tra desiderio di maternità e identità secondo Garcia Lorca

Elena Arvigo è Yerma: tra desiderio di maternità e identità secondo Garcia Lorca
1 Minuto di Lettura
Sabato 2 Aprile 2016, 18:18 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 17:22
Yerma, interpretata da Elena Arvigo, è l'eroina protagonista che dà il nome all'opera, il cui significato letterale in spagnolo rimanda immediatamente ai concetti di deserto e sterilità. Ed è caratterizzato proprio dalla solitudine e dall'aridità il mondo di Yerma, come anche la ristretta ma variegata comunità in cui vive la donna, che desidera a tutti i costi avere un figlio dal marito e che, quando scoprirà che lui non condivide il suo stesso desiderio, cadrà in un vortice di ossessione e dolore che culminerà in un gesto estremo. Quest'opera di Garcia Lorca scritta nel 1934 e pubblicata nel 1937, dimostra una grande attualità: in essa l'autore andaluso sembra anticipare le domande più recenti sulla bioetica e sul diritto alla procreazione, inserendosi a pieno titolo nell'attuale dibattito sulla procreazione assistita e sul diritto alla genitorialità, con una posizione moderna e assolutamente laica. 

La rappresentazione è diretta e interpretata da Gianluca Merolli nell'allestimento di Andrea Lo Schiavo e della Fabbrica dell'Attore. Con Elena Arvigo (Yerma), Enzo Curcurù, Giulia Maulucci, Maurizio Rippa è in calendario fino al 3 aprile al teatro Vascello di Roma in via Carini 78,  sabato ore 21, domenica ore 18).
Info e prenotazioni: yerma@h501.it o promozione@teatrovascello.it

Regia di Gianluca Merolli, traduzione e adattamento di Roberto Scarpetti, scene di Alessandro Di Cola, costumi di Claudio Di Gennaro, musiche di Luca Longobardi, movimenti di Luca Ventura, luci di Pietro Sperduti 
© RIPRODUZIONE RISERVATA