Cabaret e note, cinquant'anni tutti da sentire per il Puff di Lando Fiorini

Cabaret e note, cinquant'anni tutti da sentire per il Puff di Lando Fiorini
di Alessandra Spinelli
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Mercoledì 21 Febbraio 2018, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 16:07

Non è mica una cosa da ridere quando oltre un centinaio di persone, attori famosi e non, tutti si alzano in piedi per testimoniare affetto e partecipazione. E pazienza se si è in un cabaret dove, in teoria, ci sarebbe tutto da ridere. Specie poi se il locale si chiama Il Puff e l'occasione è una vera festa per celebrare i 50 anni di una istituzione romana come è questo teatro, fortemente voluto e amato da Leopoldo Fiorini, il mitico Lando, attore, regista e cantante scomparso a dicembre ma radicato a Trastevere. Così la festa, una vera reunion di vecchi e nuovi amici, si trasforma in qualcosa di più, e il riso cede alla commozione quando sul palco il figlio, Francesco Fiorini, una fotocopia di bellezza e voce, con Pino Insegno - «ecco qua le famose cambiali, tutte pagate» - raccontano cosa è il Puff, cosa è stato, alla fine, cosa sarà.

 

 


Una culla di comicità e di ironia, una palestra per talenti, e chissà mai perché si parla sempre e solo del milanese Derby, e più di tutto una famiglia allargata, come racconta una brochure tra foto, locandine e testi inediti. Uno specchio dell'Italia e della sua capitale. Pierfrancesco Pingitore, non c'è, ma invia una lettera: «Qui è nato tutto, qui è cominciato tutto». Ecco invece Lino Banfi - «82 anni tra poco» - che snocciola aneddoti e affetto: «Io ero un ragazzetto dell'avanspettacolo, mi esibivo tra recchioni, militari e puttene, Lando mi chiama sul palco, nei 15 passi verso il palco decido di buttarmi: parlerò nella mia lingua. Ed eccomi qui, porca puttena». Saluta con la figlia Rosanna in una standing ovation.

 


Ci sono Dado, Antonio Giuliani, Andrea Perroni, Nino Taranto, Carmine Faraco, Pablo e Pedro, Fioretta Mari, Giusy Valeri, Camillo Toscano, Tommaso Zevola, Marylin Gallo, Beba Albanesi e Monica Cetti. «Io venivo dall'Accademia, dal teatro impegnato - sottolinea Leo Gullotta - ma ero curioso. Al debutto mi ero tutto preparato e uno dalla platea gridò questo mo' chi è?. Ma è qui che mi accorsi della mia faccia e del potere della mia faccia, di cosa vuol dire saper usare un microfono e stare in scena». Ecco Gianfranco D'Angelo: «Facevo l'impiegato alla Teti, la sera venivo qui, il giorno dopo dormivo dietro gli occhiali da sole». E Maurizio Mattioli ricorda «Lando mi telefona una volta, «prendiamoci un caffè, facciamo qualcosa insieme», poi silenzio. Una seconda volta, la stessa cosa. Alla terza sbotto: «Non ce faranno male tutti sti caffè?».

Due video - uno storico dell'Istituto Luce, e l'altro con una canzone inedita dedicata a Lando Fiorini - poi la torta e il brindisi. Dal 23 gennaio si ricomincia con uno spettacolo 50 anni di Puff in Puff perché a Casa di Lando, come da nuove locandine, c'è anche il futuro. Ed è tutto da ridere.

 

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