Infatti, negli ultimi anni il musicista ex Yardbirds e Cream si è risparmiato abbondantemente, segno evidente di una saturazione in atto da lunga pezza e di cui aveva già fatto capire il sentore un anno fa. «Quello che mi concederò sarà di continuare a registrare in studio, non voglio arrivare al punto di vergognarmi di me», ha raccontato alla rivista Uncut, postando poi l'articolo con grande evidenza sul suo sito. «Essere on the road è diventato difficile. Ci vuole troppo tempo per essere ovunque», ha spiegato, non negando di quanto pesino l'avanzare dell'età, i trascorsi turbolenti, con lunghi periodi di dipendenza dalla droga, e anche i guai fisici che riguardano il suo virtuosismo strumentale e le sue celebri mani: «Ho strani dolori e, se dovessero aumentare, potrei anche smettere di suonare la chitarra», ha aggiunto.
L'intervista esce in concomitanza con un episodio che la dice lunga sulla sua insofferenza: giorni fa, infatti, Clapton aveva abbandonato tra i fischi il palco di un concerto all' Hydro Arena di Glasgow, proprio mentre stava eseguendo uno dei suoi classici Cocaine.
L’EPISODIO
Sul suo sito ha poi pubblicato un comunicato che spiegava le ragioni dell'uscita di scena così: «Sfortunatamente l'altra sera siamo andati incontro a problemi tecnici con l'impianto di amplificazione in costante peggioramento. E, a un certo punto, la cosa è diventata insopportabile. Mi dispiace ma avevamo già suonato un'ora e mezza e il concerto stava concludendosi». Proprio ieri sera con uno show in Polonia al Festival di Oswiecim ha chiuso un tour estivo cominciato a febbraio in Giappone, e che non ha toccato l'Italia anche se è stato corteggiato a lungo da molti festival. Al solito ad accompagnarlo c'era una superband con Nathan East al basso, Steve Gadd alla batteria, Chris Stainton e Paul Carrack alle tastiere, Sharon White e Michelle John ai cori.
Partecipando a una chat, poi, Clapton ha risposto in modo molto netto a una domanda che riguardava la possibile, nuova reunione dei Cream, di cui periodicamente si torna a parlare. La sua risposta ha tolto ogni dubbio e fa il paio con il proposito di tagliare la sua attività live: «Con Jack Bruce e Ginger Baker non c'è più dialogo da tempo dal nostro concerto del 2005 al Madison square garden. Sono convinto che, con quella sera, abbiamo toccato il limite oltre il quale potrebbe scapparci un omicidio e, a questo punto della mia vita, non voglio macchiare le mie mani di sangue. E non voglio essere coinvolto in qualcosa che assomiglia a un tragico confronto». Abbastanza chiaro, no?
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