De Sica: «Nel cd “Merry Christian” il mio Natale swing e ironico»

Christian De Sica
di Rita Vecchio
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Giovedì 23 Novembre 2017, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 13:01

LA TRADIZIONE «Il mio Natale è in campagna, pigiama e pantofole. A cucinare insieme alla mia famiglia e ai miei amici. È quello di uno che fa il mio mestiere: sempre dietro al palcoscenico, allo smoking, agli abiti di scena». Sempre con quel sorriso stampato sulla faccia, aria da allegro sornione, Christian De Sica, si racconta così in occasione dell'uscita del suo disco natalizio Merry Christian. «I miei Natali da bambino? Felicissimi. Vorrei tornare indietro nel tempo. Mi manca mio padre: era una persona buona e intelligente. Poveraccio, la sera di Natale, mangiava con noi tortellini e tacchino. Poi prendeva il taxi, attraversava Roma, e ricominciava daccapo, con tortellini e tacchino. Non aveva il coraggio di dire che aveva due famiglie. Capita di innamorarsi di due donne. E pensa un po' come è la vita: quando è morto, le due donne sono diventate amiche».

UNDICI TRACCE
Undici tracce che presenterà con Pino Strabioli alla Feltrinelli della Galleria Alberto Sordi di Roma il 30 novembre. Merry Christian. E non White Christian: «Non sarà troppo presuntuoso intitolarlo così? Mi hanno detto degli amici. Che diranno i neri? Così ho cambiato idea. Perché oggi bisogna stare attenti a come si parla. I social danno la parola a tutti in maniera smisurata». Pezzi tradotti in chiave swing, prodotte da Niccolò Petitto e un'orchestra di 40 elementi diretta da Marco Tiso, con un tappeto d'archi per Lacreme Napulitane la canzone datata 1925 che porta la firma di Libero Bovio, o il country in Astro del Ciel, e «per non fare tutto il disco in inglese», tre pezzi del repertorio classico tradotti in italiano. A chiudere, un arrangiamento inedito che diventa White Christian. E ricorda: «Un giorno mi sono entrati i ladri in casa che mi hanno rubato tutto. Il primo pensiero di mio figlio Brando è stato: ma le palline di Natale le hanno lasciate?». E continua: «Oggi c'è bisogno di ridere più che mai. Non a caso i più grandi comici sono del dopoguerra. Vedo tanta cattiveria in Italia per il brutto periodo che si sta attraversando». Quello di De Sica non è l'unico dei dischi natalizi. C'è Laura Xmas Deluxe della Pausini, riedizione dell'album pubblicato nel 2016 con i classici del Natale rivisitati in chiave swing, in italiano e spagnolo. Per Sergio Sylvestre, il Big Boy del talent Amici, il prossimo Natale non può che essere Big Christmas: undici brani che saltano dal gospel al soul, da I Will Follow Him (brano anni 60 riportato in auge con il film Sister Act), Oh Happy Day, Santa Claus Is Coming To Town, Have Yourself a Merry Little Christmas, al medley di Jingle Bells e Jingle Bell Rock, alla sua versione di Hallelujah e Little Drummer Boy, «canzone amata da mio padre», racconta. 

 



«Questo Natale sarà il primo senza di lui. Proprio per questo, farò tesoro del suo consiglio più grande: essere felice!». All'appello è presente anche Giuliano Palma, in attesa del verdetto Sanremo, visto che ha dichiarato di avere mandato una canzone al cospetto di Claudio Baglioni. Il suo è Happy Christmas in chiave skaeggiante e pezzi ballabili. «Mi sono divertito più di quello che pensassi», tra l'omaggio a Elvis in Blue Christmas e grandi classici nelle versioni di Frank Sinatra e John Lennon. A sorpresa, Merry Christmas Everybody degli Slade «a chiusura del progetto, scelta perché dissacrante», dice Palma. Perché si sa. Natale è comunque Natale.​
   

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