Teodor Currentzis, l'icona pop della classica porta a Santa Cecilia i suoni dell'Utopia

Il carismatico direttore greco il 22 novembre è a Santa Cecilia con la sua nuova orchestra Utopia:107 musicisti da 30 Paesi che promettono passione ed estasi con Brahms e Čajkovskij. Amato e bersagliato, pallido e dark, spiega che i sogni si avverano quando si elimina il divieto dell'impossibile

Teodor Currentzis, l'icona pop della classica porta a Santa Cecilia i suoni dell'Utopia
di Simona Antonucci
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 17:40

«L’utopia è qualcosa di impossibile ed è questo che ci attrae: realizzare l’impossibile. I sogni si avverano solo quando eliminiamo il divieto dell’impossibile». Così parlò Teodor Currentzis, carismatico direttore greco, icona pop amata e bersagliata, per presentare la sua Orchestra Utopia: più di cento giovani musicisti provenienti da circa trenta Paesi, che questa sera prenderanno posto sul palco di Santa Cecilia per «creare senza compromessi ciò che la nostra immaginazione musicale ci propone, alla ricerca del suono perfetto».

Look anticonvenzionale

Look non proprio accademico, giacche borchiate, stivaloni, il maestro, 51 anni, pallido e dark, sin dagli esordi si è distinto per la tensione artistica, l’approccio anticonvenzionale, il carisma. E per le scelte interpretative, sempre assolute, orientate verso nuove prospettive all’interno di tradizioni consolidate nel mondo della classica: dalla sua trilogia Mozart/Da Ponte, così come le interpretazioni delle sinfonie di Sostakovic e Čajkovskij e della musica di Stravinskij e Mahler.

 Barnabás Kelemen

Il nostro», spiega, «è un tentativo di abbandonare il quadro delle istituzioni rispettabili che, pur essendo benedette, possono anche essere condannate a creare quello che potrebbe essere descritto come un certo suono internazionale standardizzato. Noi», aggiunge, «stiamo entrando in un campo più sperimentale, alla ricerca del suono perfetto, con musicisti di grande talento che lo desiderano». Alte, quindi, le aspettative, della tappa romana del suo tour, oggi alle 20,30 al Parco della Musica, con un programma che prevede il Concerto per violino di Brahms (solista l’ungherese Barnabás Kelemen, fondatore dell’omonimo quartetto d’archi) e la Quinta Sinfonia di Čajkovskij. Soprattutto se a condurlo è un direttore che qualche anno fa, prima di esibirsi a Milano, mise in guardia il suo pubblico: “sostenere che la classica sia rilassante è come fare l’amore senza orgasmo”.

Fuoco ed estasi

Promette fuoco ed estasi, l’ex enfant terrible del podio. Nato ad Atene, ma formatosi musicalmente anche in Russia, è direttore principale della SWR Symphonieorchester di Stoccarda, direttore artistico dell’orchestra e del coro MusicAeterna (che ha ancora sede in Russia) e ora direttore artistico della neonata Orchestra Utopia, fondata con lo scopo di unire le persone con un’idea musicale condivisa: «Questo sogno non è solo mio», aggiunge «si tratta di un’idea a lungo coltivata da un gran numero di musicisti provenienti da tutti gli angoli del mondo». E sono 107 gli orchestrali provenienti da Argentina, Armenia, Austria, Belgio, Bielorussia Bulgaria, Brasile, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Germania, Italia, Kazakhstan, Lituania, Norvegia, Olanda, Portogallo, Russia, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, Romania, Regno Unito, USA, Venezuela che stasera incroceranno le loro identità con le due opere monumentali. E con la sala monumentale.

New York Times

Secondo Currentzis «la prima cosa che soffre della globalizzazione è l’intimità. L’emozione, l’unità, la dedizione di cui parlo si trovano nel lavoro di un singolo musicista o di un piccolo collettivo. Vogliamo portare questa identità cameristica e questa intimità nella strumentazione completa di un grande concerto sinfonico». Cercherà quindi il contatto, bollente, chiedendo ai suoi “seguaci” slancio e passione, azzerando i meccanismi del suono standardizzato. «È stato descritto come un punk, un barbaro, un anarchico e un guru: tutti elementi che contengono frammenti di verità, ma che non restituiscono la miscela di talento, carisma ed energia che lo ha sospinto dalla periferia del mondo della musica ai suoi palcoscenici più prestigiosi», ha scritto di lui il New York Times nel 2019. Non per nulla è il concerto più atteso della stagione romana. 

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