Venezia, il Pasolini di Abel Ferrara convince a metà

Venezia, il Pasolini di Abel Ferrara convince a metà
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Giovedì 4 Settembre 2014, 16:00 - Ultimo aggiornamento: 16:02
Dal nostro inviato Fabio Ferzetti



Venezia - L'effetto è straniante ma ci si abitua subito. Willem Dafoe fa Pier Paolo Pasolini, Adriana Asti è sua madre, Valerio Mastandrea è Nico Naldini, Maria de Medeiros fa Laura Betti eccetera. Ma non è questo il punto.Se il tanto atteso Pasolini di Abel Ferrara convince a metà è perché non è chiaro il progetto.



Nella prima parte, la migliore, Pasolini sta montando il suo ultimo film, Salò. E concede due lunghe interviste in cui mette a fuoco il suo pensiero. Dare scandalo è un dovere, e anche un piacere. Consumismo e omologazione hanno creato una società di macchine più che di esseri umani. Tutti desiderano le stesse cose e sono pronti a uccidere per averle, con la benedizione della società che ha insegnato loro cosa desiderare. E' il senso della famosa ultima intervista con Furio Colombo (nel film è Francesco Siciliano, figlio di Enzo: tutto il cast è disseminato di presenze in qualche modo legate a Pasolini). Più o meno: "Siamo tutti in pericolo. Io vado all'inferno tutti i giorni e so cose che voi non sapete ancora. Ma l'inferno sta per venirvi a cercare".



Dal pensiero all'immaginazione. Il film visualizza brani da Petrolio e da altre opere di Pasolini, privilegiando ciò che contengono di profetico e visionario.... Bella intuizione stranamente lasciata a metà. Per concentrarsi sulla scelta, meno felice, di mettere in scena alcune sequenze del Pornoteokolossal , il film rimasto nel cassetto che avrebbero dovuto interpretare Ninetto Davoli e Eduardo De Filippo. Anche perché Ninetto fa Eduardo, e Riccardo Scamarcio fa Davoli, accanto al vero Davoli, e il tutto è abbastanza difficile da accettare (ma come si fa a non commuoversi quando Davoli esulta come un bambino perché è nato il Messia?).



Da qui in poi però il film torna alla storia degli ultimi giorni di Pasolini e perde colpi scendendo sul piano della semplice (e inutile) cronaca.Non il disastro annunciato dai soliti catastrofisti ma un film a metà. Il Pasolini dimezzato. Forse Ferrara avrebbe dovuto puntare ancora più decisamente sul "suo" Pasolini.Quello vero lo conosciamo già.



PASOLINI di Abel Ferrara (Concorso)
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