Un Papa di nome Banderas, Luchetti porta sullo schermo la figura di Bergoglio

Antonio Banderas
di Flavio Pompetti
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Domenica 8 Giugno 2014, 13:52 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 14:08
Antonio Banderas nei panni di Papa Francesco nel prossimo film che Daniele Luchetti dedicher alla vita del pontefice. lo stesso regista, a New York per partecipare alla rassegna Open Roads, a confermarlo al Messaggero: il produttore Pietro Valsecchi, che gli ha commissionato la realizzazione del biopic, sta trattando perché l'attore spagnolo entri nel cast del film. Luchetti tiene molto al progetto, perché «questo Papa produce su di me, da laico, una forte emozione. Approvo le sue politiche sociali, e sento la novità che la sua voce sta introducendo nella chiesa». Per documentarsi ha viaggiato di recente in Argentina, dove ha incontrato molti dei testimoni diretti che gli hanno raccontato chi è stato Bergoglio prima di arrivare al conclave che lo ha eletto.



SCELTE POLITICHE

«Vorrei raccontare le scelte politiche che Bergoglio ha fatto quando era vescovo ausiliario di Buenos Aires e poi cardinale, e si è schierato nettamente a favore dei diseredati, anche a costo di inimicarsi gran parte della società argentina e della chiesa conservatrice».

Luchetti è colpito dal fatto che un uomo con un alto profilo spirituale come Francesco riesca poi a praticare una linea di azione pragmatica, che lo ha aiutato a navigare nei difficili anni della dittatura nel suo Paese. Per far rivivere il personaggio avrà bisogno di due, forse tre attori che interpretino le diverse fasi della vita. Più che la somiglianza fisica, è interessato alla sintonia interiore e alla familiarità con lo spagnolo, perché il film nella versione originale sarà girato in questa lingua, e la capacità di imitare l'inflessione argentina sarà fondamentale per gli attori.

Banderas potrebbe essere l'interprete ideale per gli anni formativi di Bergoglio, quelli in cui entrò in contatto con gli oppositori del regime e con le madri di plaza de Mayo come Esther Ballerino, una delle presenze più significative nella sua vita e uno dei dolori più grandi, perché non riuscì a salvarla dalla cattura e dall'uccisione da parte del regime.

Il casting sarà difficile, ammette Luchetti, perché Bergoglio è un personaggio ricco di sfaccettature. Nella fase matura della sua vita ha sviluppato una forte empatia per gli esseri umani, ma al tempo stesso è rimasto fedele alla consegna gesuita che vuole che i sentimenti più profondi siano chiusi a sette mandate di chiave.



L’ALTRO PROGETTO

Llamame Francisco («Chiamatemi Francesco», questo il titolo provvisorio) non è l'unico progetto in corso. Luchetti sta scrivendo insieme a Giulia Calenda il copione di Anche i ricchi servono, una commedia che parte dalla vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi, anche se il regista, come gli accadde all'inizio della carriera con Il Portaborse, intende ispirarsi alla storia attuale solo per raccontarne un'altra, molto meno legata all'originale.

«Mi interessa raccontare come un soggetto che ha sempre avuto un enorme potere sulle persone che lo circondano, non riesca a capire la necessità di essere rieducato, come esige la sentenza che lo ha colpito. L'idea che sia costretto per la prima volta a intessere rapporti umano con degli sconosciuti ha per me un'enorme forza narrativa». Il protagonista sarà probabilmente ringiovanito per distaccarlo dal personaggio al quale si ispira, e permettergli di esplorare la tematica oltre la cronaca. Primo ciak in ottobre, produce Cattleya.
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