L’amore bugiardo - Gone Girl appartiene a entrambe le categorie, ma portando la firma di un grande talento come David Fincher bisogna interrogare a fondo le proprie resistenze. La grande maggioranza degli spettatori (critici compresi) lo trova irresistibile. Un’ostinata minoranza (eccoci), tedioso e manipolatorio.
Eppure la manipolazione è il cuore, il soggetto, anzi la pasta stessa di cui è fatto questo mystery a scatole cinesi in cui tutti complottano, tutti tradiscono, tutti mentono. E chi non mente - l’opinione pubblica, che si beve le diverse versioni della storia inscenate via via - è complice di questo puzzle di menzogne a cui vuole ostinatamente credere.
Non è un quadro molto edificante, ammettiamolo. E ammettiamo pure che sia, specie oggi, molto realistico. In questa luce Nick e Amy (Affleck e Pike) sono i protagonisti ideali. Belli, ricchi e famosi, si conoscono a Manhattan, si sposano, vivono un amore clamoroso e appassionato. Fino a quando questa coppia da sogno non esplode. In pubblico naturalmente. E fragorosamente.
Un giorno infatti Amy sparisce. Lui va alla polizia. La polizia scopre che molte cose non quadrano. Dov’è finita quella giovane newyorkese bella, colta, elegante, simbolo di ogni talento e virtù, eroina di una serie di bestseller sulla sua crescita scritti da genitori così manipolatori che a poche ore dalla scomparsa hanno già allestito un sito per cercare la figlia (e farsi pubblicità)? È vero che i due erano in crisi? Che cosa sa davvero la sorella di lui, barista nel locale della coppia in quel buco nel Missouri dove si erano trasferiti? E la vicina pettegola, la sa lunga o è solo una mitomane?
Non anticiperemo certo i mille rovesciamenti di una trama che approda a una verità sconsolante e nemmeno così inedita. Nell’epoca di Internet e dei canali all news, siamo tutti schiavi della nostra immagine. Anche la sfera più intima dell’esistenza, la coppia, la famiglia, è un terreno di scontro e simulazione in cui ogni mossa è permessa, specie se proibita. L’amore si rovescia nel suo esatto opposto, che come ricorda Jung non è l’odio ma il potere. E tutto, assolutamente tutto, può essere falsificato e diventare vero un secondo dopo. Purché qualcuno lo veda su uno schermo e ci creda.
Il problema è che a forza di essere solo calcolo e apparenza, Nick e Amy finiscono per risultare così vuoti e disumani da perdere qualsiasi fascino, Di qui il tedio. In fondo The Social Network aveva già raccontato tutto. Gone Girl si limita a dimostrare cosa accade, dopo.
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