Maker Faire 2018, dalla Fiera di Roma alla Luna pilotando una navicella spaziale

Maker Faire 2018, dalla Fiera di Roma alla Luna pilotando una navicella spaziale
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 12 Ottobre 2018, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 10:28
Dalla Fiera di Roma alla Luna e ritorno, magari facendo una tappa sulla stazione spaziale internazionale in orbita attorno alla Terra facendosi dare un passaggio da una navicella Soyuz, che nonostante l'intoppo dell'altri ieri resta un affidabile taxi dello spazio.

Laggiù, all'orizzonte, rombano i jet di Fiumicino ma è fra i padiglioni che Maker Faire promette quest'anno di raggiungere i traguardi assai lontani, persino marziani.

Maker for Space, appunto: roba da restare a bocca aperta, indecisi se trasecolare davanti alla forza del gigantesco razzo Saturn V oppure al cospetto di quel computer primordiale dall'irrisoria memoria a cui gli Stati Uniti affidarono i sogni di gloria e soprattutto la vita gli astronauti delle missioni Apollo. Oppure di fronte al satellite italiano San Marco che brilla nella Storia dell'esplorazione spaziale quanto lo Sputnik dell'Urss del 1957 e l'Explorer 1 degli Usa del 1958: l'Italia, nel 1964, grazie al gruppo guidato dal professor Luigi Broglio, fu il terzo paese ad affacciarsi in orbita dopo le grandi potenze, un primato che ancora oggi dà abbondanti raccolti a cominciare dal razzo gioiello Vega.
E' allora una missione meravigliosa quella che attende i visitatori dell'allestimento curato dalla sezione italiana della British Interplanetary Society: ci si perderà a guardare verso l'infinito e oltre, salvo poi abbassare gli occhi e scoprire fra gli stand che la corsa allo spazio continua ogni giorno non solo nelle sedi delle grandi agenzie nazionali o di mastodontici gruppi quali Amazon o Virgin, ma anche in aziende minuscole, nei laboratori delle università (a iniziare dalla Sapienza) e naturalmente nei proverbiali garage, intramontabili scenari delle scoperte dell'elettronica.
Ingegno, intuito e passione - è di nuovo il messaggio di Maker Faire che riecheggia - contribuiscono con piccoli e grandi contributi alla scoperta di nuovi strumenti per allontanare ancora un po' i confini delle esplorazioni spaziali. «Il computer delle missioni Apollo, dalla settima in poi, di cui celebriamo il cinquantennale - racconta l'ingegnere romano Fabrizio Bernardini, socio della Bis e fra i curatori dell'allestimento - era di una essenzialità commovente. Non ha senso fare classifiche con i pc attuali o anche con i primi cellulari, ma di fatto la corsa allo spazio spinse l'elettronica a ideare, dopo valvole e transistor, i primi circuiti integrati, tappa indispensabile per arrivare ai microprocessori. L'Apollo Guidance Computer che sarà in mostra a Maker Faire era innestato direttamente sul motore del modulo di comando e dal suo funzionamento dipendeva la sopravvivenza stessa dell'equipaggio. E funzionò, aprendo la via alla conquista della Luna».

Per dare tuttavia un'idea, l'antenato remoto di Hal 9000 aveva solo 64 K di memoria (un Kbyte vale un milionesimo di un Gigabyte e di GigaByte, lo sappiamo, largheggiano le memorie de nostri cellulari), proprio come il Commodore 64, antesignano delle consolle elettroniche per videogiochi messo in vendita solo una dozzina d'anni dopo le missioni Apollo, a ricordare le continue ricadute tecnologiche delle missioni spaziali per la nostra vita di tutti i giorni.
La collaborazione fra Bis e la scuola di Ingegneria aerospaziale dell'Università della Sapienza, con il contributo di Thales Alenia Space di Torino di Torino che ha fornito il modello del Tethered Satellite System, permetterà ai visitatori di ammirare anche una tuta usata dagli astronauti sulla Luna (fornita dalla stessa azienda ingaggiata per il film First sul primo allunaggio e in corsa per l'Oscar) e il già ricordato modello del razzo Saturn V ideato da Von Braun pensando addirittura a Marte: era alto 110 metri ed è tuttora il razzo più potente di sempre. Alla Fiera sarà presente il modello in scala 1/10 dell'associazione Asimov, comunque imponente. E poi una rarità assoluta come i simulatori di pilotaggio delle navicelle Soyuz, usati anche dagli astronauti Vittori, Nespoli e Parmitano, e dei moduli di comando e del Lem delle missioni Apollo. Vale davvero pazientare un po' in attesa per sognare di navigare senza peso nello spazio seguendo il piano di volo (anch'esso in mostra) di Armstrong e compagni. E ancora, fra mille altre testimonianze cosmiche, un piccolo rover marziano. Tre, due, uno...

«Così 50 anni guidammo la missione Apollo sulla Luna»

«Basta sfogliare i quotidiani di quei giorni del 1968 e del 1969 per sentire i brividi, sia che si abbiano ricordi diretti di quelle notti incollati alla tv in bianco e nero sia che si appartenga alle generazioni successive» racconta Paolo D’Angelo, storico delle esplorazioni spaziali. 
Il divulgatore romano è socio della British Interplanetary Society (Bis) ed è fra i curatori dell’allestimente cosmico al padiglione della Fiera di Roma dedicato a Maker for Space, quello in cui sarà possibile pilotare una navicella Apollo o lo stesso modulo dell’allunaggio, il Lem.
«Ricordare quei tempi e quei mezzi spaziali è utile - dice ancora - per dimostrare che dietro a grandi imprese ad altissima tecnologia come quella della conquista della Luna ci sono anche i contributi di tanti piccoli “maker” che con le loro “trovate” hanno permesso di scovare soluzioni per i problemi inediti che via via si sono manifestati in un viaggio che avveniva per la volta». 
Ospite speciale di Maker Faire Rome 2108 sarà così Don Eyles, programmatore e ingegnere del Mit, che ha creato come un vero maker parte del software di tutte le missioni Apollo atterrate sulla Luna, lavorando sull’allora appena inventato Apollo Guidance Computer. Spiegherà anche la complessità del controllo via software di veicoli così lontani. I rover in movimento su Marte, ad esempio, devono essere programmati per muoversi anche in forte autonomia: evntuali comandi “da remoto” imppiegano infatti 20 minuti per arrivare su Marte e alltrettanto serve per un’eventuale risposta. Insomma, è stato necessario ideare un nuovo modo di rapportarsi fra “base” ed “esploratori”. Oltre a Eyles, Maker Faire Rome ospiterà una stella della divulgazione: Mark Hempsell, ingegnere britannico e attuale presidente di The British Interplanetary Society, per anni editor del Journal of British Interplanetary Society.
Don Eyles e Mark Hempsell parteciperanno come relatori all’Opening Event “Groundbreakers: Pioneers of the Future” di venerdì 12 ottobre (ore 10.30, Padiglione 10, sala Alibrandi) e saranno disponibili per incontrare il pubblico e i giornalisti.
«L’area Maker for space fornirà una visione unica degli aspetti pratici dell’ingegneria spaziale», spiega l’ingegnere romano Fabrizio Bernardini, ideatore dell’area “spaziale”. Il pubblico potrà vedere i dettagli dei programmi Apollo e San Marco per capire come sono stati realizzati. Fare confronti con la tecnlogia del passato prossimo e quella attuale è il modo migliore per pesnare a quella del futuro. E in ogni missione spaziale possono esservi momenti in cui la creatività, di chi coordina le operazioni da Terra e di chi invece è lassù, risulta determinante per la stessa sopravvivenza degli astronanuti. Basti pensare al salvataggio degli astronauti dell’Apollo 13, o ad alcuni dei problemi che si incontrano oggi sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss)».
Ulteriori applicazioni da Makers saranno presentate dalla Scuola di Ingegneria dell’Università Sapienza di Roma, la storica Scuola di specializzazione accademica. La Scuola mostrerà come i Makers for Space di oggi producono satelliti di successo in ambito universitario e contribuiscono ad avanzare la ricerca astronautica. 


 
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