Pnrr, nasce la figura del business planner certificato

Pnrr, nasce la figura del business planner certificato
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Lunedì 5 Giugno 2023, 15:07

209 miliardi, una pioggia di soldi che arriva grazie al PNRR e al fondo Next Generation Eu a cui vanno aggiunti altri miliardi di euro della famosa “Agenda 2021-2027”, il programma dei finanziamenti previsti per raggiungere gli obiettivi di crescita e di sviluppo dell’UE. Una svariata gamma di possibilità che vanno però utilizzate con progetti ad hoc, evitando l'italico vizio di perdere il denaro stanziato. Per il periodo 2014-2020, l'Italia ha ricevuto 64,8 miliardi di euro dai fondi di coesione messi a disposizione da Bruxelles, ma la spesa complessiva certificata dagli organismi europei è stata di 35 miliardi di euro, pari cioè al 54% circa dell'ammontare. Mancano all'appello dunque, ben 29,8 miliardi di euro.

"Siamo alle solite -afferma Giancarlo Barbarisi, consulente specializzato in finanza d’impresa e CEO di ISM (Impresa Sviluppo & Management). A differenza degli altri Paesi membri, che ne fanno un ottimo uso, l'impressione supportata dai primi dati è che si stia procedendo in linea con quanto visto nei decenni scorsi. Il mancato utilizzo di questi fondi -continua Barbarisi- dipende da una serie di cause che vanno da una comunicazione insufficiente da parte degli Enti preposti (Stato e Regioni e altri) fino a una generalizzata assenza di competenze da parte delle imprese e dei professionisti a cui si rivolgono al fine di afferrare queste opportunità. Da una parte, infatti, il tessuto micro-economico nazionale è costituito da milioni di micro, piccole e medie imprese che non sanno dell’esistenza di questi fondi e, di conseguenza, non hanno al loro interno risorse specifiche da dedicare all’attività di reperimento dei finanziamenti. Dall’altra, mancano professionalità e competenze specifiche in grado di condurre le imprese verso il risultato, ossia l’ottenimento del finanziamento da parte dell’impresa".

C’è quindi uno squilibrio tra domanda e offerta del mercato. Molto spesso, oltretutto, gli imprenditori cercano di ottenere i fondi compilando loro stessi il business plan oppure ricorrono all’amico dell’amico che, però, non ha alcuna professionalità in materia. "Sono tante -sottolinea Barbarisi- le imprese che vogliono ottenere questi finanziamenti ma sono pochi i consulenti qualificati in grado di accompagnare l’impresa verso il risultato, ossia l’approvazione del finanziamento. Il risultato finale è che le imprese senza i finanziamenti non crescono e i fondi che l’Unione europea destina all’Italia, vengono restituiti a Bruxelles. Ne consegue che il nostro Paese perde ogni anno posizioni competitive sui mercati internazionali. Tutto questo mi sembra una follia, soprattutto se consideriamo che è un problema che ci trasciniamo da anni. E’ giunto il momento di cambiare rotta perché le risorse del PNRR sono un’opportunità da cogliere adesso poiché non si ripresenteranno, almeno a breve e medio termine”. 
 

Cosa fare allora? "La soluzione -spiega Barbarisi- è abbastanza semplice.

Sul mercato, come detto, ci sono pochi professionisti e realtà imprenditoriali capaci di rispondere alle esigenze delle aziende per ottenere finanziamenti europei e nazionali. Per questo, abbiamo dato vita a un progetto che si chiama BUSINESS PLANNER CERTIFICATO, ossia la creazione di una rete di professionisti altamente qualificati che siano in grado di gestire tutto l’iter di una richiesta di finanziamento, dalla presentazione della domanda alla redazione del business plan, finendo con la rendicontazione delle spese e degli investimenti. Una figura, quella del BUSINESS PLANNER, molto richiesta sul mercato e difficile da reperire a causa della competenza professionale richiesta. Il suo compito è quello di interpretare in modo corretto un bando di finanziamento e, successivamente, di redigere un business plan che ponga le basi per l'accoglimento della domanda di finanziamento. Si tratta di una figura emergente che, una volta formata e dotata delle competenze giuste, può creare molti nuovi posti di lavoro. Se consideriamo che in Italia ci sono oltre sei milioni di imprese e che la maggior parte di esse chiede finanziamenti per innovarsi, mi sembra che le opportunità ci siano per tutti: ovvero per chi presenta un proprio progetto e chiede aiuto finanziario, per chi svolge quest'attività, che in termini numerici aumenterà nei prossimi mesi, e per la comunità intera che ne vede i benefici. Senza dimenticare -conclude Barbarisi- che, così facendo, evitiamo di restituire a Bruxelles quantità di miliardi di euro che servono al nostro Paese per crescere, svilupparsi ed essere più competitivo sui mercati. Va detto che anche la Camera di Commercio ha dato vita a dei corsi per avviare i giovani a questa professione ma è evidente che iniziative come queste, ove considerate da sole, non sono sufficienti visto che, a oggi, la domanda da parte delle imprese non trova adeguata risposta sul mercato. Preparare professionisti altamente qualificati nell’ambito di questa ‘nuova’ professione ha quindi una duplice finalità da non sottovalutare".

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