Khaby Lame vince il Premio Damiani al Taormina Film Festival: di cosa parla "I am Khabane" il suo primo film

Esordio col botto alla regia per il tiktoker più seguito del mondo

Khaby Lame vince il Premio Damiani al Taormina Film Festival: di cosa parla "I am Khabane" il suo primo cortometraggio
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Giovedì 29 Giugno 2023, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 19:35

«Un giorno vincerò l'Oscar», aveva promesso Khabane Serigne Lame alla mamma tempo fa, quando il suo nome d'arte "Khaby Lame" non era noto a nessuno. La statuetta non ce l'ha ancora, ma quanto accaduto ieri al Taormina Film Festival, è già un bel punto di partenza: a 23 anni la star dei social di Chivasso (provincia di Torino) ha vinto il premio Damiani per il suo primo cortometraggio, dal titolo “I am Khabane”, film presentato una settimana fa alla giuria del festival. Una kermesse - in programma dal 23 giugno al 1 luglio - a cui hanno già preso parte giganti del cinema come Johnny Depp ed Harrison Ford

«Mia madre diceva sempre: qualsiasi cosa ti faccia paura, non sarà mai grande quanto il sogno che hai dentro di te, perché quello oltrepassa ogni paura  - ha detto Lame davanti a un pubblico di bambini e ragazzi - Ci tengo molto a questo cortometraggio, spero vi sia piaciuto. Continuerò a fare recitazione e a studiare cinema, perché ho fatto una promessa a mia madre: che un giorno avrebbe visto l’Oscar di suo figlio sul comodino.

Non ci sarà niente che mi possa fermare nel mio sogno. So che sto guardando le stelle, che è un sogno così difficile che anche Dicaprio e Will Smith lo hanno vinto solo di recente. Se anche non ci riuscissi, potrò dirò che ci ho provato fino alla fine».

 

La storia di Khaby: da muratore a superstar dei social

Alla regia è stato un esordio niente male, per quel ragazzo nato a Dakar nel 2000, arrivato poi in Italia dal Senegal quando aveva appena un anno di vita. Per vincere un Oscar, c'è ancora una montagna da scalare, ma per Khaby Lame niente pare impossibile.

Da adolescente abitava con i genitori in un complesso di case popolari a Chivasso, «un luogo a cui devo tutto», dirà poi in un'intervista al Corriere della Sera. Oggi vive con il suo agente a Milano ed è milionario: guadagna decine di migliaia di euro per ogni singola pubblicazione sui social, dove è seguitissimo. Su Tik Tok è il numero uno al mondo, con 161 milioni di followers e oltre 203 milioni di visualizzazioni totali.

La sua ascesa inizia quasi per caso, durante la pandemia, quando l'azienda torinese per cui lavora come operatore di macchine CNC lo licenzia, perché messa in ginocchio dalla crisi. Prima di quel mestiere, aveva fatto anche il muratore. Così, perso il lavoro si mette a pubblicare video ironici, a volte quasi demenziali. In alcuni filmati fa balletti, in altri guarda videogiochi, in altri ancora reagisce ai video degli altri utenti. Non fa nulla di speciale, ma conquista tutti con le sue reazioni. Le espressioni facciali, in particolare. 

Il sogno del cinema: di cosa parla "I am Khabane"

Khaby Lame, che in questi giorni è impegnato pure con le riprese di "Italia's Got Talent", non si vuole fermare al successo sui social. Come detto, è il cinema la sua più grande aspirazione. L'Oscar il suo sogno nel cassetto. Nella sua prima pellicola, "I am Khabane", ha scelto di raccontare sé stesso, le sue origini, la sua storia fuori dal comune.

Ci sono i campi da basket come la sua cameretta, da dove è cominciato tutto: «Mentre realizzavo i primi video nella mia stanza, guardavo “Il principe di Bel Air” e volevo diventare Will Smith. Quel sogno lo coltivo ancora», ha raccontato a Taormina. E poi c'è una metafora, che lega tutta la trama del corto: «Il pugilato? Mi ha insegnato che la vita è un ring in cui cadi, ma poi ti rialzi».

Poi il tiktoker ha continuato, scavando ancora nel suo passato: «I superpoteri? Se li avessi, vorrei aiutare il prossimo, come fa Super Easy, il personaggio del fumetto che ho creato. Fortunatamente non ho subito forme di razzismo perché a Chivasso ho sempre vissuto nelle case popolari: ci sono il rumeno, il nero, il marocchino, tutti». Infine chiude, con una dedica speciale a uno dei suoi idoli: «Penso sempre a Usain Bolt, voleva diventare l’uomo più veloce della terra: s’è impegnato e ce l’ha fatta». Semplice no?

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