L'università senza confini, Roma Tre ha il record di accordi internazionali e attrae sempre più studenti stranieri

Il rettore Massimiliano Fiorucci: L'obiettivo è quello di offrire una formazione capace di generare cittadini del mondo

Studenti di Roma Tre
di Mario Baroni
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Martedì 27 Febbraio 2024, 14:37

La classifica piace sempre, anche per poterla criticare e per dubitare dei criteri utilizzati per compilarla. Tutti cerchiamo un “ranking”, ma sempre meno lo consideriamo attendibile. Vale anche per le Università. Le classifiche internazionali così come quelle nazionali non mancano – da Qs al Censis – ma il timore è che molto spesso l’algoritmo sia composto con informazioni un po’ orientate. Di certo un elemento che viene sempre più spesso preso in considerazione per misurare la reputazione e la credibilità degli atenei è la loro “internazionalizzazione”. Università senza confini, così come senza confini sono la ricerca scientifica e le relazioni tra persone, la formazione e quindi la didattica. Nel nuovo QS Europe University Rankings, le università italiane si distinguono per la qualità della rete di ricerca internazionale: con un punteggio di 46.3, l’Italia dimostra di avere solide alleanze e collaborazioni a livello internazionale, superando ampiamente la media europea di 32.5. Nell’ultimo rapporto Talents Venture, relativo a dati del 2022 – appena dopo la pandemia che ha ridotto di molto la mobilità anche degli studenti – si registra un dato significativo circa la presenza di studenti universitari stranieri in Italia: sono stati monitorati 110mila ingressi, il 72% in più in dieci anni. Anche a livello istituzionale il sistema Italia si adopera per favorire questa internazionalizzazione del mondo universitario. A esempio il ministero per gli Affari esteri e per la Cooperazione internazionale è socio fondatore dell’Associazione Uni-Italia, che opera dal 2010 per promuovere il sistema accademico italiano all’estero e incentivare la cooperazione inter-universitaria. In questo orizzonte di internazionalizzazione la più giovane delle Università pubbliche della Capitale, Roma Tre, ha un piccolo grande record: è la prima università italiana per numero di accordi internazionali, con ben 1.211 intese che includono accordi quadro, Erasmus, progetti europei e doppio titolo.

DOPPI TITOLI

 La priorità data ai doppi titoli sottolinea ulteriormente l’impegno dell’università verso l’integrazione dell’istruzione superiore a livello internazionale, confermando il suo ruolo di leader nell’apertura verso orizzonti globali e nella formazione di cittadini del mondo.

Internazionalizzazione vuol dire anche inclusione. E protezione contro le discriminazioni. Sono 41 gli atenei italiani che assicurano 250 borse di studio per una settantina di profughi africani. A Roma Tre da due anni studia un gruppo di studentesse afghane che non avrebbero potuto seguire il loro corso di studi nel Paese di origine.

ATTRATTIVITÀ

 «L’internazionalizzazione non è uno scopo in sé – spiega il rettore di Roma Tre, Massimiliano Fiorucci – ma un mezzo idoneo per conseguire gli obiettivi coerenti con la vocazione di un’università pubblica: e cioè migliorare la qualità dei processi di insegnamento e apprendimento, anche attraverso classi più diversificate per background di provenienza; sviluppare conoscenza critica su problemi di rilievo non soltanto locale, ma potenzialmente globale; aumentare l’attrattività dell’Ateneo come polo di formazione e ricerca avanzate; produrre un impatto sociale su scala non meramente territoriale ma sovranazionale». Proprio ieri pomeriggio presso l’Ateneo di Roma Tre si è svolta la conferenza di benvenuto per gli studenti Erasmus in mobilità internazionale a Roma Tre del secondo semestre. Il progetto Erasmus ha visto fin dall’inizio l’adesione convinta dell’Università Roma Tre, che ha visto crescere gli studenti “incoming” (oggi sono più di 700, erano circa 500 nel 2018), a conferma di una crescente attrattività dell’Ateneo (gli studenti italiani all’estero per Erasmus sono ormai stabilmente circa 600 unità).

L’ORGANIZZAZIONE

 Come ribadisce il rettore Fiorucci, «Roma Tre si prefigge di aumentare il respiro internazionale dell’offerta formativa, rendendo al contempo più agevole il processo di inserimento in Italia degli studenti stranieri. Contestualmente, sono state predisposte azioni volte a valorizzare la dimensione internazionale della nostra ricerca». Tra queste, aggiunge il rettore, «meritano di essere ricordate la predisposizione di un quadro regolamentare organico per le chiamate dirette dall’estero e dei vincitori di progetti competitivi internazionali; il supporto alla progettazione internazionale attraverso servizi di assistenza mirati e personalizzati; il sostegno alla creazione di dottorati in convenzione con Università estere, e di 6 joint-lab internazionali, e ancora, la promozione di winter e summer school e di programmi di mobilità di scambio dei giovani ricercatori. Poiché l’efficacia di qualsiasi politica di internazionalizzazione dipende in larga parte dal sostegno dell’organizzazione – continua il rettore – prevediamo un potenziamento dei servizi amministrativi di supporto ai processi di internazionalizzazione e ci impegniamo a sostenere i programmi di mobilità transnazionale anche del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario». 

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