Scuola, ultimo giorno tutti insieme. Ma i presidi: a settembre a rischio il ritorno in classe

Scuola, ultimo giorno tutti insieme. Ma i presidi: a settembre a rischio il ritorno in classe
di Lorena Loiacono
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Domenica 31 Maggio 2020, 00:45 - Ultimo aggiornamento: 10:01

Riaprire le scuole a settembre in sicurezza? Impossibile, in classe il distanziamento sarà un obiettivo irraggiungibile. A bocciare la riapertura delle aule, come prevista dalle indicazioni del Comitato tecnico scientifico, sono i presidi. Vale a dire coloro che, responsabili di quel che accade in un istituto, dovranno assicurarsi che tutto vada secondo le direttive.

La settimana scorsa il Comitato tecnico scientifico della protezione civile ha diffuso il documento tecnico per la rimodulazione delle misure contenitive per la scuola: innanzitutto gli studenti dalla prima elementare fino all’ultimo anno delle superiori dovranno indossare la mascherina e potranno toglierla solo durante l’interrogazione, per mangiare e per fare attività fisica. Dovranno entrare con orari scaglionati per non creare assembramenti fuori dalla scuola o nel cortile e dovranno restare distanti, anche tra i banchi, almeno un metro l’uno dall’altro. La scuola dovrà disporre percorsi ad hoc all’interno dell’edificio e, dove possibile, sfruttare tutte le entrate possibili per non far convergere tutte le classi in un unico portone. Se nei locali della mensa non ci fosse spazio a sufficienza, i ragazzi dovranno mangiare in classe, al loro posto con il lunch box e con tutti i disagi che comporta. Ma prima di qualunque strategia da mettere in campo, c’è la necessità di disporre di aule più ampie: praticamente il doppio rispetto ad oggi, per evitare che le classi vengano divise altrimenti servono più docenti.

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Le scuole che non hanno spazi adeguati possono usare palestre, cortili e laboratori ma non è detto che sia sufficiente, anche perché in questo modo si vanno ad escludere momenti importanti nella formazione degli studenti come l’attività motoria o quella laboratoriale. Senza contare che molti edifici scolastici non dispongono di un cortile esterno, alcuni neanche della palestra. I dirigenti scolastici, una volta valutate tutte le disponibilità, possono rivolgersi ai Comuni e alle Città metropolitane per trovare aule più grandi, anche all’aperto.
Insomma il distanziamento fisico tra i banchi al momento non è attuabile, se non in pochi casi. «Per farlo dovremmo ridurre il numero di alunni per classe – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi - distribuire gli alunni in due turni, mattutino e pomeridiano ma, in tal caso, sarebbe necessario raddoppiare l’organico del personale. Oppure potremmo distribuire gli alunni in un numero doppio di aule, mantenendo l’orario mattutino ma, in questo caso, sarebbe necessario duplicare gli spazi dopo averli reperiti. In ogni caso andrebbe raddoppiato l’organico: sia il numero dei docenti sia quello dei collaboratori scolastici necessari per la vigilanza sulle aree comuni, dove è più probabile l’assembramento. Inoltre sono pressoché inapplicabili le disposizioni sul distanziamento nei momenti ricreativi e va considerata la forte interferenza con la didattica nel caso del pasto consumato in aula». Per le scuole, quindi, la riapertura è ancora in alto mare: «chiediamo – conclude Giannelli - la formulazione tempestiva di un protocollo di sicurezza, per garantire l’incolumità a tutti, e un cospicuo adeguamento di risorse economiche e umane alle scuole».
Si tratta quindi di far quadrare i conti tra la realtà scolastica attuale, fatta di classi pollaio con 20 ma anche 25-30 alunni, e quella che dovrà accogliere gli studenti in classe a settembre. E sono proprio loro, bambini e ragazzi, a restare nel limbo, sospesi in attesa di sapere quel che sarà del loro futuro.

Ed è tutto uno scontro: si è accesa la miccia anche sulla possibilità di fargli festeggiare l’ultimo giorno di lezione con un incontro, magari proprio a scuola. Da un lato la proposta della viceministra all’istruzione Anna Ascani, sostenuta anche dai sindaci dell’Anci, diretta soprattutto ai ragazzi di quinta elementare, terza media e quinto superiore, dall’altro il Comitato tecnico scientifico che ha messo il veto su eventuali rimpatriate all’interno della scuola ma ha comunque specificato che i ragazzi possono vedersi all’aperto, rispettando le norme di distanziamento sociale. Come già consentito a tutti, praticamente. «Il Comitato Tecnico Scientifico ha chiarito che non è contrario agli incontri tra studenti e docenti per salutarsi per un ultimo giorno di ‘scuolà, purché siano all’aperto e nel pieno rispetto dei divieti di assembramento e delle regole di distanziamento e di protezione individuale. Sono contenta»., ha annunciato la viceministra su Facebook.
 

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