C’era molta attesa per le nuove immagini scattate dalla sonda Juno della Nasa, che ha sorvolato la superficie di Ganimede, il satellite di Giove che è anche il più grande del sistema solare (è più vasto, anche se non più massiccio del pianeta Mercurio). La sonda ha scattato queste immagini da poco più di mille chilometri, regalando agli scienziati foto dettagliatissime dei crateri e dei misteriosi canali di Ganimede, forse dovuti a movimenti tettonici.
Giove, ecco cosa provoca la sua misteriosa aurora blu
La luna di Giove è composta per la maggior parte di silicati e di acqua allo stato ghiacciato.
Hello, old friend. Yesterday our #JunoMission made the first close flyby of Jupiter’s giant moon Ganymede in more than 20 years, and the first two images have been received on Earth. 📸 More to come. See details at: https://t.co/zIVMO6waKH pic.twitter.com/2RiW3iSmIp
— NASA Solar System (@NASASolarSystem) June 8, 2021
La prima, scattata dalla JunoCam della sonda, mostra quasi un’intera faccia di Ganimede. Gli scienziati pensano che sotto la sua superficie ghiacciata si celi un vasto oceano di acqua allo stato liquido, diversi da quelli che si trovano sull’altro satellite di Giove, Europa, e sulla luna di Giove, Encelado. L’acqua su Ganimede si trova infatti tra due spessi strati di ghiaccio.
La seconda immagine proviene da una seconda fotocamera a disposizione di Juno, che viene utilizzata per la navigazione della sonda: mostra il lato nascosto di Ganimede, che viene debolmente illuminato soltanto dalla luce riflessa di Giove, ed è quindi molto preziosa per gli scienziati. Le foto mostrano dettagli fino a seicento metri. Si tratta di preview che devono ancora essere elaborate, per questo sono in bianco e nero.
La missione è stata lanciata nel 2011 con lo scopo di studiare Giove e alcuni dei sui principali satelliti tra cui appunto Ganimede, studiato per la prima volta da Galileo Galilei nel 1610. Juno è arrivato a destinazione nel 2016 e continuerà a raccogliere dati almeno fino al 2025 grazie ai suoi 9 strumenti di bordo, di cui 2 sono italiani. Il nostro Paese ha fornito un importante contributo alla missione attraverso Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e industriale con partecipazioni di Leonardo e Thales Alenia Space Italia.
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