Sinovac, il vaccino perde efficacia dopo 6 mesi. Astrazeneca, Pfizer, Moderna e J&J: il confronto

Sinovac, il vaccino perde efficacia dopo 6 mesi. E gli altri?
di Alessandro Strabioli
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Martedì 27 Luglio 2021, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 11:52

Sinovac, il vaccino cinese a base di virus inattivato, perderebbe efficacia dopo circa sei mesi. Gli anticorpi attivati dal siero scenderebbero infatti sotto la soglia considerata di "sicurezza" dagli scienziati. Ciò avverrebbe, secondo uno studio effettuato dall'azienda e da autorità governative nella regione di Jiangsu (Cina) ancora non sottoposto a peer review, sei mesi dopo la seconda dose nella maggior parte dei riceventi. Eppure, una terza dose potrebbe riportarli rapidamente a livelli ottimali.

Il vaccino Sinovac è molto diverso da quelli che sono utilizzati in Europa, come Pfizer, Astrazeneca, Moderna e J&J.

Nella ricerca sono stati analizzati campioni di sangue di persone tra i 18 e i 59 anni che avevano ricevuto due dosi a due e quattro settimane di distanza.

Solo il 16,9% del campione del primo gruppo e il 35,2% di quello del secondo gruppo aveva ancora un livello sufficiente di anticorpi neutralizzanti sei mesi dopo l'immunizzazione completa. A 540 persone del campione è stata data una terza dose, circa sei mesi dopo la seconda e il livello degli anticorpi è cresciuto tra tre e cinque volte. «Ricerche ulteriori - concludono - sono necessarie per capire la durata degli anticorpi dopo la terza dose». 

Vaccinati e non, il confronto 

C'è differenza tra chi ha ricevuto due dosi di vaccino e chi, invece, ne ha ricevuta una. A riportarlo i dati dell'Iss, che hanno preso in considerazione i dati dal 4 aprile al 18 luglio. Stavolta il campione preso in considerazione è più ampio. Perché sono oltre 65 milioni i farmaci anti-Covid somministrati in Italia, il 95 % delle dosi finora consegnate, pari a 68.748.321 (47.506.912 Pfizer/BioNTech, 11.858.468 Vaxzevria di AstraZeneca, 7.118.302 di Moderna e 2.264.639 di Johnson & Johnson). Mentre ammonta a 30.119.047 (il 55,7 % della popolazione over 12) il totale delle persone vaccinate cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino.

 

 

Vaccini e variante Delta, lo studio inglese 

«Doppia dose di vaccino efficace contro la variante Delta»: lo dimostrano i dati raccolti da Public Health England, e pubblicati sul New England Journal of Medicine. La ricerca è stata effettuata analizzando i dati di circa 20mila positivi alla variante Delta. Dallo studio è emerso che due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech sono efficaci all’88% nel prevenire l’infezione. Per quanto riguarda l’efficacia di AstraZeneca, con doppia dose si arriva al 67%. Per entrambi i vaccini, invece, l’efficacia dell’immunizzazione parziale si ferma intorno al 30%. Con doppia somministrazione, inoltre, si è al riparo dallo sviluppo di forme gravi di malattia. I dati, secondo gli esperti, sono rassicuranti.

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Conferme da Israele 

Altre conferme arrivano da Israele, dove la percentuale di vaccinati contro il Covid è la più alta al mondo. Nelle ultime settimane c’è stata un’impennata di infezioni a causa della variante Delta. Tanto che le autorità dello Stato hanno deciso di introdurre nuovamente alcune misure di emergenza, come l’obbligo di indossare le mascherine. Il 40% dei contagiati è composto da persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Un dato che, comunque, non deve allarmare: «Le ospedalizzazioni sono stazionarie o in lieve diminuzione - ha spiegato lo scienziato Enrico Bucci - Il “case fatality rate” complessivo della variante Delta, cioè il numero di individui che si sono infettati e sono morti, appare minore rispetto al passato». Una conseguenza del fatto che il vaccino diminuisce la gravità clinica dell’infezione.

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