Mantenere fin da bambine la speranza di una gravidanza dopo il tumore. Oggi è possibile. In futuro potrà diventare mamma la dodicenne romana sottoposta a un intervento di prelievo di tessuto ovarico per la crioconservazione presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs a Roma.
LA DIAGNOSI
La bambina era affetta da un sarcoma a cellule indifferenziate dei tessuti molli della zona pubica, comparso come una tumefazione e rimosso nel mese di maggio. È dei giorni scorsi, invece, il secondo intervento di prelievo di tessuto ovarico.
Un grande traguardo della scienza che consentirà alla piccola paziente di fare la chemioterapia senza il timore di compromettere la fertilità. L'intervento, primo in Italia su una minorenne, è stato eseguito da una équipe guidata da Lorenzo Nanni, direttore della Unità di Chirurgia Pediatrica con Giacomo Corrado, dirigente medico di Unità operativa complessa di Ginecologia Oncologica e coordinatore del reparto di Oncofertilità.
«Il tumore non aveva fortunatamente ancora dato metastasi e dunque siamo ottimisti rispetto alla prognosi della nostra paziente - dice Antonio Ruggiero, direttore di Oncologia Pediatrica - Il trattamento di questi tumori prevede l'asportazione chirurgica, seguita da un trattamento sistemico e a volte anche radioterapia. Vista la necessità di affrontare un trattamento chemioterapico è stata offerta alla bambina e alla sua famiglia la possibilità di accedere a questo programma di crioconservazione».
Adesso sta bene. «È in ottime condizioni. Il prelievo di tessuto ovarico non impegna in maniera importante la paziente - spiega Lorenzo Nanni- Viene effettuato in laparoscopia, in questo caso con tre buchini sull'addome, uno per l'ottica e due per gli strumenti. La procedura è semplice dal punto di vista laparoscopico, se l'addome non è stato già sottoposto a interventi chirurgici, e dura in tutto mezz'ora».
Ogni anno nel nostro Paese a circa 5 mila donne sotto i 40 anni, dunque in età riproduttiva, viene diagnosticato un tumore. I progressi della terapia oncologica hanno fatto raggiungere importanti tassi di lungo-sopravvivenza (fino all'85% nei tumori mammari e nei linfomi), ma, allo stesso tempo, i trattamenti sistemici possono danneggiare in modo irreversibile la riserva ovarica delle donne provocando problemi di infertilità che hanno un impatto importante sulla qualità della vita.
Da queste premesse nasce la branca dell'oncofertilità, una disciplina a ponte tra l'oncologia e l'endocrinologia riproduttiva.
LE CANDIDATE
L'iter prevede un approccio multidisciplinare per l'identificazione precoce delle candidate al prelievo alle quali viene offerto un aiuto psicologico.
Il Policlinico Gemelli fa parte della rete dell'oncofertilità della Regione Lazio che converge sulla banca del tessuto ovarico ospitata presso l'Ifo di Roma (Istituti Regina Elena e San Gallicano) e sulla banca del seme del Policlinico Umberto I. Grazie a un accordo siglato da qualche mese con la Regione Lazio, il prelievo di tessuto ovarico può oggi essere effettuato direttamente al Gemelli. D'ora in avanti sempre più giovani e giovanissime donne potranno coronare il sogno di avere un figlio anche dopo un tumore.
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