Vaccino Covid Lazio, disdire l'appuntamento in caso di quarantena o positività

I giorni di quarantena e di isolamento dipendono dal proprio stato vaccinale e dal tempo trascorso dall'ultima dose

Vaccino Covid Lazio, disdire l'appuntamento in caso di quarantena o isolamento: la guida
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Sabato 8 Gennaio 2022, 15:12 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 18:49

Come disdire il proprio appuntamento per il vaccino anti Covid in caso di obbligo di quarantena o isolamento? Con il diffondersi della variante Omicron sono sempre di più gli italiani costretti a rinunciare o a rimandare la dose perchè risultati positivi al tampone o perchè venuti a contatto con un un caso di positività al virus. Ma vediamo nel dettaglio come gestire la propria prenotazione attraverso il sistema della Regione Lazio.

Vaccino Covid, disdire l'appuntamento sul sito Salute Lazio 

Nel caso di positività al Covid o se venuti a contatto con un positivo la misure che dispongono l'isolamento comportano la necessità di disdire il proprio appuntamento in farmacia o al centro vaccinale qualora sia già previsto per i giorni a seguire. 

Isolamento in caso di positività al Covid 

In caso di positività al Covid, per un non vaccinato o per colui che ha ricevuto la seconda dose da più di 120 giorni, i giorni di isolamento previsti sono 10, che dovranno essere seguiti da un tampone negativo dopo 3 giorni senza sintomi.

Qualora si sia prenotato un appuntamento in questo arco temporale, sarà necessario disdirlo ufficialmente e rimanere isolati.

Per coloro che invece hanno ricevuto la dose booster o hanno ricevuto la seconda dose da meno di 120 giorni, i giorni di isolamento necessari sono 7, purchè sempre asintomatici o senza sintomi da 3 giorni. 

Quarantena in caso di contatto stretto con un positivo

In caso di contatto stretto con un positivo la quarantena non è prevista per coloro che hanno ricevuto il booster, che dovranno indossare però una mascherina Ffp2 per i 10 giorni seguenti, ma è invece prevista per quanti hanno ricevuto la seconda dose da più di 120 giorni o per coloro che non sono vaccinati. In questi due ultimi casi, la quarantena dovrà essere rispettivamente di 5 e 10 giorni. Anche in questo caso risulterà impossibile recarsi al centro vaccinale, qualora si abbia un appuntamento già fissato.

Disdire il vaccino anti Covid

Per disdire il proprio appuntamento occorre recarsi sul sito www.salutelazio.it. Da qui bisognerà andare nella sezione "Prenotazione vaccino" (come nell'immagine sottostante). 

Salute Lazio > Prenotazione vaccino

Da qui sarà necessario effettuare l'accesso inserendo le proprie credenziali, ovvero codice fiscale e numero di identificazione della tessera sanitaria, come fatto al momento della prenotazione.

Prenota vaccino Covid > Entra

Effettuato il login, bisognerà scorrere la pagina fino a trovare la dicitura "Gestione appuntamenti". Qui sarà possibile visualizzare le coordinate del proprio appuntamento e disdire il vaccino. 

Gestione Appuntamenti

Nel caso di sospetta o rilevata positività al Covid, bisogna fare la dose?

In caso di guarigione dal Covid o di sospetta positività, finiti l'isolamento o la quarantena, è bene sottoporsi a un test sierologico prima di ricevere la dose? «Detto in modo molto chiaro: il test sierologico prima della terza dose non serve a nulla. Prima di tutto non ti dice quanto tempo prima potresti avere avuto inconsapevolmente il Covid. Ma soprattutto ormai è dimostrato che non ci sono controindicazioni. Meglio alzare il livello di protezione in questa fase di intensa circolazione del virus», spiega il professor Massimo Andreoni, primario di Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma.

 

Per chi invece è stato infettato con tampone molecolare risultato positivo sarebbe meglio attendere prima di sottoporsi al vaccino. Una circolare del Ministero della Salute di quattro settimane fa raccomanda di effettuare la terza dose a cinque mesi dalla diagnosi del Covid. Stesso discorso per chi ha avuto il Covid tra prima e seconda dose. «I vaccini stanno dando ottimi risultati - osserva il professor Andreoni - Se avessimo avuto centomila casi al giorno nella prima fase, quando ancora le persone non erano state immunizzate, oggi gli ospedali sarebbero di fronte a un crisi senza precedenti. Per questo è importante correre con le dosi di richiamo».

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