Nell'ambito delle Resistenza Laura svolge quella che poi chiamerà "una funzione di legalità, contro l'illegalità imperante": non scontri a fuoco, ma disubbidienza civile e azioni di boicottaggio, stampa clandestina e scioperi, assistenza ai perseguitati. La partigiana Lucia Ottobrini, che poi entrerà nei Gruppi di azione patriottica, ha dichiarato che fu Laura ad impartirle le prime direttive, incaricandola di raccogliere medicine, indumenti e cibo per i prigionieri politici. Insieme alle altre dirigenti del Partito comunista clandestino (Adele Bei, Marcella Lapiccirella, Egle Gualdi ecc.), Laura Lombardo Radice idea e organizza gli assalti ai forni delle donne romane, evitando le comunicazioni telefoniche ma, grazie ai passaparola, coinvolgendo il maggior numero di donne possibile.
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