Con l'insediamento del nuovo governo retto da Badoglio, il generale Mario Giuseppe Roatta conservò la sua carica di capo di stato maggiore dell'esercito. Fu lui, durante il difficile periodo dei 45 giorni, a reprimere le manifestazioni per la fine del regime, attraverso la cosiddetta "circolare Roatta" in cui si dava ordine alle forze armate e alle forze dell'ordine di intervenire, anche con la forza, nella repressione di ogni manifestazione.
« ...poco sangue versato inizialmente risparmia fiumi di sangue in seguito. Perciò ogni movimento deve essere inesorabilmente stroncato in origine... muovendo contro gruppi di individui che perturbino ordine o non si attengano prescrizioni autorità militare, si proceda in formazione di combattimento e si faccia fuoco a distanza, anche con mortai e artiglieria senza preavviso di sorta, come se si procedesse contro truppe nemiche».
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