Pour un oui ou pour un non, Orsini e Branciaroli per un finale a sorpresa al Teatro Argentina

Pour un oui ou pour un non, Orsini e Branciaroli per un finale a sorpresa al Teatro Argentina
di Alessandro Rosi
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 22:13

Un gesto improvviso, inaspettato. Poi le luci che si spengono. E lasciano il pubblico del Teatro Argentina sorpreso, senza fiato. Questa una parte del finale di Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarraute. Il resto bisogna scoprirlo nei 70 minuti di durata dello spettacolo. Dove Umberto Orsini e Franco Branciaroli vestono i panni di due amici lontani da tempo, che si incontrano di nuovo per risolvere il motivo che li ha portati a non vedersi più. Qual era?

Una schiocchezza, un nonnulla verrebbe da dire in italiano, pour un oui ou pour un non l’espressione che si può utilizzare in francese. Quello che Orsini lamenta è il modo in cui una volta l’amico gli aveva risposto.

L’intonazione di una parola che non gli era piaciuta. E che, per lui, nascondeva altro.

Si entra allora nel mondo del “non detto” e del sottinteso che genera incomprensioni. Di tutto ciò che diciamo, senza manifestarlo espressamente, e di tutto quello che gli altri presumono di intendere, senza però che noi avremmo mai voluto dire. Un intreccio semantico in cui danzano, secondo i precisi tempi dettati da Pier Luigi Pizzi, la voce di Orsini e Branciaroli. Ottantotto anni il primo, settantacinque il secondo, non sembrano avere età sul palco: talmente alto è il livello delle loro performance. Che siano d’affetto, d’odio o d’amore, le loro parole mostrano come un’amicizia è messa a dura prova. Soprattutto dal rancore, potente veleno che agisce inesorabile nel tempo e finisce per colpire tutti.

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