Giovani in cerca di lavoro, la fuga da Roma

di Davide Desario
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Martedì 24 Gennaio 2017, 00:23
Facile rimanere onesti senza fare... sarebbe stato bello vedere l’onestà realizzando il sogno olimpico e riportando lavoro e gloria a Roma!
@MarinoArch 


Lavorare. Non chiedono altro alla città dove sono nati e cresciuti o dove sono arrivati sperando in un futuro migliore.
Hanno studiato nelle scuole più rinomate o in quelle meno famose della Capitale. E poi, in tanti, si sono iscritti all’Università. Si sono impegnati né più né meno dei loro genitori: si sono alzati presto, hanno passato mattine sui mezzi pubblici e sui banchi, e trascorso pomeriggi sui libri. Hanno avuto paura per gli esami. Gioito per una promozione e imparato da una bocciatura.

Hanno cercato, “i giovanotti de ‘sta Roma bella” di stare al passo con una società che cambia velocemente, come non mai. C’è chi ha puntato sulle lingue straniere, chi su internet e i social network. Qualcuno ha provato a farsi imprenditore. Ma tutti non desiderano altro che trovare un lavoro.

Ma Roma, mamma Roma, sempre più spesso gli volta le spalle. Chiudono i negozi, si spengono le strade, banche e grandi aziende (da Alitalia a Sky) “efficientano” gli organici, accorpano, si trasferiscono. E il risultato è che assumono sempre meno, che Roma perde appeal, che cala la crescita del turismo, come ha denunciato ieri Federalberghi.

E i giovani, che nel frattempo giovani nemmeno sono più, restano a bocca asciutta. In molti decidono di andarsene all’estero a provare il tutto per tutto lontano dal Colosseo. Ma nessuno va via volentieri. Perché, si chiedono, devo abbandonare la mia città? Perché devo scappare da Roma? Già, qualcuno, gli spieghi perché anche con un tweet. Oppure faccia qualcosa per cambiare la situazione.

davide.desario@ilmessaggero.it
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