Stop a feste e colazioni a buffet: un’estate al riparo dai contagi

di Mauro Evangelisti
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Domenica 19 Luglio 2020, 00:00
Viaggi, cose che non faremo per molto tempo, a causa del coronavirus. Alcune ci mancheranno, altre forse non sono una grande perdita. Non ci saranno più le colazioni a buffet dei mega hotel, la corsa a cornetti, marmellate, burro, crostate, yogurt, cereali, omelette, salsicce, succhi di pompelmo, formaggi, prosciutti: a casa non avremmo mai fatto un colazione di quel tipo, ma è inclusa, che fai, non ne approfitti? Non ci saranno più le feste in piscina, magari all’Ushuaia di Ibiza, con decine di migliaia di giovani (e di non giovani infiltrati), il dj-star mondiale, con pochi centimetri a testa perché c’è il tutto esaurito.

Non ci saranno più le file chilometriche per entrare in un museo o a una mostra, alcuni imperdibili, altri no, ma tutti dicono che bisogna andarci. Non ci saranno le passeggiate da Central Park a Wall Street, forse dovremmo prendere la metro, poi però è troppo bello camminare perché - quanto siamo originali - sembra di essere in un film. Non ci saranno più le corse agli outlet o ai grandi magazzini nel New Jersey o a Londra, i guai nel volo di ritorno per il peso del bagaglio. Non ci perderemo in un vicolo di Hanoi o Santiago de Cuba. Qualcuno dice che il modello del turismo di massa di prima era malato, un po’ è vero, ma ci manca.
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