L'eterno conflitto tra il barista e chi cerca un bagno gratis. Chi ha ragione?

L'eterno conflitto tra il barista e chi cerca un bagno gratis. Chi ha ragione?
di Pietro Piovani
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Lunedì 12 Giugno 2023, 00:02

Un cartello sulla porta di un bagno al Trionfale testimonia un conflitto antico quanto il commercio e la civiltà urbana: il conflitto cioè tra l’esercente e il passante che chiede una toilette. «Per il bagno è obbligatoria la consumazione!» avverte il titolare del bar su un foglio scritto a mano, tutto in maiuscolo, con il punto esclamativo finale che sa di esasperazione, significa: ora basta, quando è troppo è troppo. Siamo a pochi passi dalla stazione di Valle Aurelia, ed è facile immaginare il via vai di viaggiatori che devono liberarsi di un’urgenza. Possiamo anche immaginare lo sfinimento del barista obbligato a pulire.

Perché la pulizia dei bagni è un lavoro e certo non un lavoro piacevole, porta via tempo e ha un costo. Avvisi come quello di Valle Aurelia, fotografati e pubblicati sui social, scatenano dibattiti infiniti: molti si indignano, pensano che offrire asilo al bisognoso sia non solo un dovere morale ma anche un obbligo di legge. Ma su quest’ultimo punto la ragione non è dalla loro parte, si potrebbe anzi parlare di una leggenda metropolitana. Il Testo unico sulla pubblica sicurezza dice semmai il contrario: gli esercenti sono tenuti a garantire i servizi a chiunque «ne corrisponda il prezzo». Usare il bagno di un locale è un diritto solo se si è clienti, se si è paganti. Per mettere pace, per risolvere il conflitto tra gestori e bisognosi, la soluzione ci sarebbe: creare più bagni pubblici, e tenerli in buone condizioni. Questo sì che è un dovere morale, soprattutto in una grande città turistica, che poi è anche la città dell’imperatore Vespasiano.
 

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