«Che si fa a Capodanno?» E' già tormentone

di Marco Pasqua
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Domenica 10 Novembre 2013, 21:58 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 23:44
Bravi che avete cominciato con i botti di Capodanno. Magari foste cos avanti anche con i neuroni



@contechristino



Minacciosi come un colpo di tosse a novembre, indisponenti come uno starnuto altrui in un ascensore chiuso, irruenti come un acquazzone che dribbla l'allerta meteo, sono arrivati. Ignorando il calendario, si sono affacciati nelle nostre vite reali e virtuali gli inviti per i cenoni di Capodanno. Dapprima sui nostri profili Facebook si sono materializzate notifiche di eventi organizzati in locali o castelli o in piazze a sentire il solito cantante da ultimo dell'anno - li vedi solo in queste serate e ti chiedi cosa facciano nelle rimanenti 364. Poi è toccato a quei tweet che sono una via di mezzo tra lo stalking e lo spam: «Avete già idea di cosa fare a Capodanno? Cliccate qui», «via agli sconti», ecc. Infine, è la volta di colleghi e amici. Un assedio psicologico.



«Dove si va? Con chi?», mentre c'è già chi pensa al «che mi metto». Il rito deve compiersi e, perché sia perfetto, va messo a punto nei minimi dettagli. Un po' come un matrimonio, il cenone pare dover essere studiato con la maniacalità che contraddistingue gli wedding planner, in una spirale ossessiva d'una contagiosità molesta. «E se non trovassimo posto al ristorante? E se gli aerei fossero pieni?»: nel dubbio meglio prenotare, oggi. Se poi dici la verità - «non so cosa fare» - rischi di incrociare uno sguardo che è un misto di riprovazione e pena. E, invece, meglio bypassare i «se» e i «ma», dribblare la sindrome di Furio alias Carlo Verdone e affidarsi all'istinto. Felicità last minute, la migliore.



marco.pasqua@ilmessaggero.it