Taxi, Gualtieri vuole trattare: su la tariffa minima se aumentano le corse

Il tragitto non costerà meno di 9-10 euro. In cambio il Comune chiede più licenze. Gli autisti: i prezzi sono fermi da 12 anni, il traffico del centro storico ci danneggia

Taxi, Gualtieri vuole trattare: su la tariffa minima se aumentano le corse
di Fernando M. Magliaro
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Sabato 4 Novembre 2023, 23:53

Il caos taxi segna da mesi la vita di Roma: file alle stazioni, soprattutto a Termini, social pieni di foto e video di code infinite, e una trattativa che non ingrana con una categoria che già in passato ha dimostrato di poter mettere in difficoltà l’Amministrazione comunale. E l’Antitrust che, l’altro ieri, ha bacchettato il Comune di Roma (insieme a quelli di Milano e Napoli) perché si sbrighino ad aumentare il numero delle licenze. Da inizio agosto, il Campidoglio ha nominato una Commissione che è «incaricata dell’istruttoria tecnica per la determinazione del nuovo sistema tariffario del servizio taxi». Cifre ufficiali il Comune non ne fornisce ma la trattativa si articola su una specie di scambio: aumento del numero delle licenze contro incremento delle tariffe. 

Quanto costano oggi

Oggi, il costo di una corsa in taxi è determinato da alcuni elementi: una “quota fissa” che fa dai 3 euro nell’orario diurno (dalle 6 alle 22) nei giorni feriali, ai 5 euro sempre nell’orario diurno ma nei festivi ai 7 negli orari notturni (dalle 22 alle 6).

Poi c’è una quota legata alla velocità: se il mezzo si muove a meno di 20 chilometri l’ora, il tassametro gira con un costo totale di 28 euro ogni 60 minuti. Infine, c’è la terza quota, quella che il Comune chiama “unica progressiva” che scatta quando il taxi supera i 20 chilometri e che varia da un euro e 14 centesimi a chilometro a un euro e 35 a chilometro. Il problema che le auto bianche evidenziano è complesso: da una parte ci sono le code dovute al traffico, all’assenza di un lavoro di fluidificazione da parte dei vigili urbani e ai prezzi rimasti fermi da anni mentre sono saliti i costi di benzina e gasolio. Dall’altra, però, c’è la necessità di offrire il servizio a turisti e romani. Un percorso breve, magari nel traffico del centro storico, per i taxi è meno conveniente: alti costi e bassi guadagni. Il punto di caduta della trattativa col Comune dovrebbe essere la cosiddetta tariffa minima. Di fatto, se alla fine della corsa il tassametro segnasse un importo basso, il costo verrebbe comunque rideterminato “d’ufficio”. Per ora cifre non ne sono state ancora ufficialmente fatte ma la voce è che questa tariffa possa essere fissata fra 9 e 10 euro. Tradotto: se al termine di una corsa dalla Stazione Termini a via Veneto il tassametro segnasse cinque o sei euro, con la tariffa minima il costo verrebbe portato a 9 o 10 o al valore che alla fine sarà stabilito per questa quota. Quota che, ovviamente, non si pagherebbe se alla fine della corsa il tassametro segnasse un prezzo più elevato di quello della tariffa minima.

 

La commissione

La tariffa minima però non è l’unico argomento sul quale Comune e sindacati dibattono da agosto. Quando venne istituita la Commissione sulle tariffe, l’assessore alla Mobilità del Campidoglio, Eugenio Patanè, spiegò: «la rimodulazione del sistema tariffario dei taxi può produrre anche un aumento dell’offerta e che è tanto più necessario, dopo ben 12 anni». Ecco, quindi, che si parla anche di un ritocco dei costi di queste tariffe ma, anche qui, cifre non ne vengono ancora fatte. Di sicuro c’è la richiesta di 3 euro aggiuntivi che i sindacati delle auto bianche hanno avanzato, magari anche con un intento provocatorio, nei giorni scorsi: il traffico della città è fuori controllo, quindi la richiesta è di una specie di obolo aggiuntivo. Richiesta respinta dal sindaco Roberto Gualtieri che, invece, apre sulla revisione delle tariffe.

I bandi

Giusto due giorni fa, l’Antitrust ha inviato al Comune «una segnalazione sulle criticità riscontrate nell’erogazione del servizio taxi a danno degli utenti, in termini di qualità ed efficienza del servizio reso». Oggi, nella Capitale, ci sono 7.692 licenze attive su un totale di 7.771 rilasciate, pari a una media di 2,8 taxi ogni mille residenti. Per questo, l’Authority ha chiesto al Campidoglio di «adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda, di cui una significativa parte rimane, a oggi, costantemente insoddisfatta» e di adottare «in tempi brevi i bandi di pubblico concorso per l’assegnazione delle nuove licenze». 

I ritocchi

Nella trattativa, se da un lato ci sono i ritocchi alle tariffe, dall’altro c’è la volontà del Comune di aumentare il numero delle licenze: l’idea è di mettere a bando 1.000 nuovi permessi più altri 500 stagionali. Insomma, l’idea è quella di chiudere con una tariffa minima e qualche ritocco dei prezzi dei tassametri ma senza accettare tutte le richieste dei taxi per avere in cambio l’assenso dei sindacati all’aumento del numero delle licenze. Che, però, secondo l’assessore Patanè «potrebbe non bastare a risolvere i problemi visto che il numero dei permessi è solo una parte della questione. L’altra è la distribuzione sul territorio delle auto bianche».

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