Roma, Letta frena Gualtieri: rinvio ad aprile, poi primarie. Bertolaso si sfila

Roma, Letta frena Gualtieri: rinvio ad aprile, poi primarie. Bertolaso si sfila
di Mario Ajello
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Giovedì 18 Marzo 2021, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 08:23

Enrico Letta ha azzerato tutto. Ha stoppato l’accelerazione sulla candidatura per Roma di Roberto Gualtieri, e non ha detto qui comando io e guai a oltrepassarmi ma ha ribadito - anche nell’incontro chiarificatore con l’ex ministro dell’Economia: i due si stimano - la sua irritazione e che «le scelte sulle città si fanno tutti insieme». Insomma «si cambia film e si cambia percorso, quello per le amministrative deve essere chiaro e senza manovre sottobanco». Si è deciso di rinviare la scelta su Roma ad aprile. Tutti chiedono le primarie, alle quali lo stesso Gualtieri è disposto a partecipare, e probabilmente ci saranno appena si potrà i gazebo. 

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Alla fine magari sarà Gualtieri e magari anche no il candidato per il Campidoglio.

Mentre molti dem - per esempio Patrizia Prestipino, numero uno di Base Riformista nella Capitale e con lei tanti altri - ancora sperano di avere Zingaretti in corsa per il Comune. Ma con Raggi e Calenda in campo è difficile che Nicola tenti l’impresa. 


IL PIANO
Il rinvio ad aprile serve a Letta anche nella speranza - condivisa con Conte, ormai i due sono un tandem affiatato e competitivo - di trovare con M5S un candidato comune, per fare di Roma il simbolo dell’alleanza rossogialla e di un nuovo centrosinistra allargato che i due vogliono costruire da subito. Ma la Capitale per ora è il guazzabuglio e con tre candidati nello stesso campo del centrosinistra - Raggi, Calenda, Gualtieri o chi per lui - potrebbe accadere di tutto. Perfino, secondo i più pessimisti nel Pd, il ribaltamento dello schema del Nazareno: ovvero non i voti grillini che al secondo turno convergono sul candidato dem ma viceversa quelli dem che vanno alla Raggi che arriva al ballottaggio. Abbastanza improbabile ma chissà.

Quel che è certo è che anche Conte punta a una unità su Roma con il Pd e ieri in M5S non pochi spiegavano: «Giuseppe non apprezza i continui endorsement di Grillo in favore della Raggi e preferirebbe che lei rinunciasse alla candidatura». Ma di ritiro dell’attuale sindaca non è proprio aria e ieri Grillo è tornato a incensarla: «Massimo sostegno alla nostra guerriera Virginia Raggi!». 


Quanto a Gualtieri - mentre riemerge anche la carta Sassoli che a Letta piacerebbe assai ma continua a non essere percorribile per indisponibilità del protagonista - aspetta. E scrive su Facebook: «Ringrazio il segretario Letta per il lungo colloquio in piena sintonia. Entrambi siamo rimasti stupiti per le indiscrezioni su una inesistente fuga in avanti rispetto ad un percorso che richiede ancora importanti passaggi politici. Sto ancora riflettendo se dare la mia disponibilità alla candidatura». Chi invece è saldamente in campo è Calenda. Oggi Letta lo incontra. Molto difficile che lo convinca a desistere o a fare le primarie. 


OBIETTIVO 2023
Il centrodestra non sta messo molto meglio. Ieri in mezzo ai veti incrociati è fioccato l’ennesimo rifiuto di Bertolaso, che si dice indisponibile alla corsa capitolina. Ma riecco Letta. Insiste: «Quella di Roma sarà una partita molto importante delle elezioni amministrative di autunno, che saranno una tappa di avvicinamento alla costruzione di questa alleanza di centrosinistra e con i 5 Stelle che costruiremo in vista delle politiche del 2023». Ma prima di quell’appuntamento Intanto il Pd ribolle. E’ tutto un invocare primarie-primarie-primarie. Ma a quell’appuntamento, il neo-segretario del Pd deve arrivare per forza sulla spinta di un successo alle amministrative. E per ora, siamo ancora ai chiari di luna. 
 

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