Giuliana Salce, la campionessa di marcia che passa le notti con i senzatetto a Roma: «Costretti a dare il "pizzo" per i posti più riparati»

Il racconto di Giuliana Salce, presidente regionale dell'associazione Ecoitaliasolidale: «Dormire con loro è stata un’esperienza che mi porterò dietro per tutta la vita».

una notte passata vicino la Piramide a Roma
di Raffaele Marra
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Sabato 4 Febbraio 2023, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 11:11

Non è un film e neanche un libro anche se potrebbe diventarlo ma sono alcune testimonianze di Giuliana Salce, ex campionessa del mondo di marcia di Ostia antica, attualmente volontaria e presidente regionale dell'associazione Ecoitaliasolidale. Giuliana sempre impegnata a “donarsi” e a “prodigarsi” per i più deboli dai profughi ucraini ai senzatetto. Ultimi mesi drammatici per quest’ultimi che affrontano le fredde notti invernali spesso con un coraggio che non tutti avrebbero. Con Piergiorgi Benvenuti presidente dell’associazione e altri volontari hanno passato moltissime sere con loro e anche qualche notte, da Piazzale Magellano ad Ostia, a Testaccio fino agli ingressi delle Poste di Piramide, dove sono riusciti ad avvicinarli e a passare anche qualche notte con loro.

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I racconti

«Davanti le Poste di Piramide erano in 5 assiepati vicino le scale e una decina dietro - esordisce Giuliana - eravamo vestiti come loro per avvicinali e parlarci.

Abbiamo stretto amicizia con un uomo e una donna entrambi di origine rumene Dumitru e Alina, lui sulla cinquantina che addirittura parlava tre lingue, lei sui quaranta bionda e molto magra era l’unica donna, si sono dimostrati subito molto amichevoli tanto da darci dei cartoni per dormire, noi abbiamo diviso con loro dei panini e del vino in cartone per scaldarci perchè abbiamo capito che soprattutto in queste giornate fredde se non bevi non vivi. Ricordo che lui ci disse che faceva dei lavoretti saltuari e dormiva fuori per riuscire a mandare i soldi alla sua famiglia. Lei essendo l’unica donna mi diede molti consigli, da cosa potessi e non potessi fare quando è buio, dove non andare da sola (per esempio vicino il cimitero inglese, ndr), mi consigliò anche un bar lì vicino che offriva cappuccio e cornetto gratis, e ancora dove erano le docce pubbliche, in un posto vicino il Vaticano. La cosa brutta più brutta che mi ha colpito e che non dimenticherò mai che dopo qualche minuto sono passati due "rom" sulla quarantina due facce poco raccomandabili che ci hanno chiesto come stavamo e che sarebbero passati dopo, passano a chiedere “il pizzo” ai clochard per il posto più riparato, certo speculare sui più deboli è vincere facile, la mattina presto poi siamo andati via lasciandogli il sacco a pelo, un giaccone, un ombrello e qualche medicinale».

 

E' anche questo il mondo degli invisibili, una “guerra dei poveri” come si suol dire, esperienze raccapriccianti spesso anche crudeli. «Abbiamo conosciuto anche una professoressa di Milano finita per strada a Roma per varie vicissitudine famigliari parlava con un italiano molto forbito tanto da non sembrare una di loro - conclude il suo racconto Giuliana - ci disse che viveva dentro una roulotte dalle parti dell’ex mattatoio a Testaccio, poi abbiamo conosciuto un ragazzo al “curvone” ad Ostia, siamo andati a trovarli spessisimo, qualche settimana fa rivedendoci con le lacrime mi disse che a soli 22  anni il suo amico si era impiccato a pochi giorni dal suo compleanno, era completamente disperato, pur non avendo nulla ci tenne a regalarmi un libro, questi sono i clochard ricordiamolo quando li vediamo non li allontaniamo»

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